Il sogno è l’incontro con il grande predone. Ci sono posti al mondo dove l’incontro è garantito e tra questi c’è una destinazione che sembra nascere dalla fantasia di un surf caster italiano. Luoghi, distanze, lingua, cibo…e non solo, sono quanto di meglio si possa realizzare a Sal. Grazie ad Alessandro proveremo a portarvi negli angoli migliori della meravigliosa isoletta.
• Mimmo Marfè con la collaborazione di Alessandro D’Angelo
Sei ore con quarantasei chili di bagaglio, cinque ore con il solo bagaglio a mano… destinazione Capoverde – isola di Sal.
Ci arrivano per la pesca ovviamente e le opportunità sono varie. Si va dalla pesca più estrema rivolta agli squali ma è possibile pescare anche pesci diciamo più normali. Si pratica il rock fishing estremo che vede sempre gli squali quali protagonisti, ma spesso grosse murene e razze. C’è chi ci arriva per lo spinning estremo con presenza di grandi carangidi e chi per la pesca da natante praticata quasi sempre a traina. Il Fishing Holiday di Capo Verde è un giovane charter specializzato per la pesca sportiva da terra e localizzato a Santa Maria. (www.cvfishingholidays.com)
In questo servizio ci rivolgeremo principalmente alle tecniche da riva con esche a fondo, rivolta allo squalo prestando maggiore attenzione alla pesca dalle rocce.
Il Rock Fishing è una tecnica che per la sicurezza dei praticanti si svolge in diurna.
Qui si pratica da una postazione a picco sul mare in località Burracona, su di un fondale roccioso con una profondità iniziale di 15 metri per arrivare poi rapidamente intorno ai 40 metri.
Tra le tecniche maggiormente utilizzate quando il vento spira verso il largo c’è quella del palloncino.
Diversamente si utilizza la teleferica innescando generalmente saraghi di discrete dimensioni, pescati in loco e tenuti in vivo nelle pozze d’acqua tra gli scogli.
L’obiettivo del Rock Fishing è la cattura della grossa preda, e qua non si scherza. Si utilizzano canne in due pezzi di circa 4 metri e mulinelli rotanti da 50 libbre tipo il Thorium Shimano o il vecchio ma validissimo Daiwa 50 LD H.
Alessandro nella zona di Burracona ha catturato uno squalo nutrice di 2,26 metri mentre a rock ha stabilito il record per lo squalo martello, con un esemplare di un metro e 84 centimetri.
Da queste scogliere l’incontro con il grande predatore è probabile, quindi in bobina filo trecciato da 80 libbre o nylon dello 0,65 a contenuto allungamento con shock leader del 1,04 per una lunghezza tra i 10 e i 15 metri. Per il terminale si utilizza del nylon del diametro 1,90 millimetri e di una lunghezza di 2 metri circa collegato a monocavo d’acciaio tra le 240 e le 330 lb. Per amo si utilizzano i Mustad Circle Hook del 14/0 o 16/0 (meglio il secondo) o Owner Circle 16/0.
Ci racconta Alessandro che spesso, la cattura dei grandi squali è uno scontro quasi fisico tra pesce e uomo. Lui li definisce “cattivi” nel senso che si avverte una sorta di arroganza, come se fosse lo squalo a lasciarsi catturare, arrendendosi alla fine alla determinazione dell’altro competitor.
Tra questi big uno dei più spettacolari nel comportamento è il Dusky Shark che compie salti e fughe davvero spettacolari. Gli esemplari catturabili superano di poco il metro e mezzo anche se raggiungono comunemente la lunghezza di tre metri e venti.
Informazioni generali
Capo Verde è una repubblica africana di tipo presidenziale. È costituita da un arcipelago di dieci isole di origine vulcanica, situato a circa 500 chilometri dalle coste senegalesi nell’oceano Atlantico settentrionale, al largo dell’Africa occidentale.
La lingua ufficiale adottata dello Stato è il portoghese ma l’Italiano è capito e parlato per la presenza dei molti villaggi turistici.
Per l’ingresso nella repubblica di Capo Verde è necessario essere in possesso di un passaporto con una validità minima di 6 mesi, si può richiedere il visto presso l’Ambasciata o Consolato di Capo verde in Italia più vicino alla propria residenza (Roma, Firenze, Torino, Napoli o Palermo).
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Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.