In questo nuovo articolo Mattia Giovannini, alias il “Matto”, ci regala come sempre una sua “pillola” per agevolare le vostre pescate. In questo caso ci fa vedere come innesca il calamaro e ci spiega anche il motivo dell’utilizzo di più ami.
• Mattia Giovannini
Cari amici di Fishingboatmagazine eccomi nuovamente qui con voi per svelarvi come sempre qualche altro trucchetto, o perlomeno, i miei “sistemi di pesca” che tante soddisfazioni riescono a darmi in ogni periodo dell’anno.
Questa volta voglio parlarvi di come io innesco i calamari. Si tratta di un innesco a due ami, di due grandezze differenti, uno più grande, il principale, ed uno più piccolo. Questo secondo amo (il più piccolo) ha una duplice funzione. Nei casi di combattimento con prede importanti, grandi e possenti, funge da rinforzo all’amo primario, ripartendo i carichi di trazione che il pesce allamato va a scaricare sul terminale e sull’amo.
Il secondo ruolo di questo amo più piccolo, è invece quello di essere attaccato dai predatori più piccoli. In questo modo l’amo di dimensioni ridotte ha sicuramente maggiori possibilità di infilzare una bocca piccola, senza il rischio (come avverrebbe invece con un amo grande) di consentire al piccolo predatore di liberarsi. Inoltre, in questo modo, il piccolo predatore non va ad intaccare e rovinare il calamaro, che resta così integro e pronto ad attirare le prede più grosse.
Adottando questo tipo di terminale a due ami infatti, si riesce a preservare l’esca che così può tranquillamente essere utilizzata più volte ed addirittura portare alla cattura di più pesci con una sola esca viva.
Per preparare questo tipo di terminale, io personalmente uso degli Jatsui 260 PS serie HHS in misura di 1.0. Si tratta di ami molto robusti che mi hanno dato grandi soddisfazioni nel tempo. Tra le prede che sono riuscito a catturare grazie a questi ami ci sono anche delle ricciole sopra i 30 chilogrammi!
Gli ami poi li fisso con del dacron da 250 libbre. Per il fissaggio uso praticare semplicemente due “bocche di lupo”. La prima legatura la faccio dopo aver infilato l’amo nella testa del calamaro, la seconda legatura subito dopo, ed infine gli ami piccoli li vado ad infilare nei tentacoli del calamaro.
Se seguite le mie istruzioni e guardate attentamente le fotografie sono sicuro che anche voi riuscirete ad ottenere dei risultati invidiabili.
Mi raccomando, fatemi sapere com’è andata!
Alla prossima….
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Mattia Giovannini
Mattia Giovannini, meglio conosciuto come “A pesca col matto”.
Romagnolo appassionato di pesca si trasferisce in Sardegna precisamente a Santa Teresa all’età di 18 anni ed è qui che trasforma la sua grande passione in un lavoro creando uno dei charter di pesca più conosciuto in Italia. Con base nello splendido Porto di Santa Teresa Gallura, porta la sua clientela nelle zone che spaziano dall’area protetta dell’Arcipelago della Maddalena, all’area protetta della Corsica, disponendo di due dei 300 permessi rilasciati dalla Corsica.
E’ specializzato in svariate tipologie di tecniche di pesca che vanno dal bolentino leggero, alla traina col vivo, e al drifting al tonno, fino alle tecniche verticali quali: tataki, sabiki e slowpitch.
Per ulteriori contatti: https://www.facebook.com/mattia.giovannini.54