Lo Slow Pitch nasce in oriente come pesca verticale per la necessità di innovazione per nuove particolari esche da jig. Artificiali particolari che vengono mossi in maniera più ampia e aumentando il tempo di pesca di un artificiale in una piccola colonna d’acqua e più lenta per indurre all’attacco il pesce, ormai apatico a soliti jig mossi a velocità pazzesche.
• Stefano Mazza
Questa tecnica non arriva nel nostro mercato per catturare più pesci, ma porta le tecniche verticali in zone dove non proprio ci sono le profondità per il vertical jigging. Inoltre è una tecnica alla portata di tutti, dove il movimento non viene impresso dalle braccia, ma dalla canna e mulinello. Tutti i concetti che prima un pescatore aveva in testa cambiano. I concetti di schiena di una canna spariscono, i fili si assottigliano ed i mulinelli si sovradimensionano.
ATTREZZATURE DA UTILIZZARE
Canne
La canna diventa solo uno strumento per far muovere il jig. Più è morbida in confronto al jig e più ampia è la colonna d’acqua in cui lavorare l’esca. La trazione di questi jig a foglia fa piegare la canna fino al manico ed innesca una sorta di bunje jumping continuo. Un’azione che il pescatore deve imparare a tenere viva con rapidi colpi di mulinello.
Mulinelli
Passiamo al capitolo del mulinello. Un “mulo” da Slow Pitch, per come l’ho interpretato, si divide in due tipologie di modello. Da una parte il classico Bait Casting con frizione a stella e pulsante di apertura sulla bobina. Dall’altra parte il mulinello rotante da vertical jigging, con frizione a leva o stella, più leva di apertura.
Alla fine in questa particolare tecnica è il mulinello a fare tutto il lavoro pesante. Montato con mono leva e “pomellone”, girandolo crea uno scatto cadenzato che imprime un movimento al jig con minimo sforzo. In fase di cattura sopporta tutta la forza della preda e quindi si tende a sovradimensionarlo. I mulinelli che arrivano dal bait casting dotati di una frizione a stella ed un pulsante sulla bobina di apertura permettono di essere più precisi sullo strato d’acqua in cui vogliamo pescare. Allo stesso tempo però si usurano più velocemente.
Le tipologie di artificiali
Esistono in commercio jig di moltissime tipologie per questa tecnica ma mi sento di descrivere solo quelli che utilizzo piu spesso. Prima tipologia sono i jig dalla caduta wobbling, che cadono sfarfallando e sono in grado di incitare all’attacco pesci molto attivi. Si utilizzano in situazioni di poca o media corrente.
Seconda tipologia sono quelli che scendono a caduta cadenzata, in grado di indurre all’attacco pesci molto diffidenti e pressati. La larghezza di questi artificiali viene scelta in base alla corrente e alla larghezza della banda d’acqua in cui li vogliamo far lavorare. I modelli più larghi si muovono su una banda d’acqua più larga, con corrente assente o moderata. I più stretti si muovono in bande d’acqua più limitate anche in caso di correnti sostenute. Ultima tipologia di artificiali sono quei jig che cadono effettuando in acqua una caduta a spirale. Grazie al loro peso decentrato possono effettuare spirali dal diametro molto ampio. Un movimento particolare che è opportuno avere nella propria cassetta degli artificiali.
In conclusione, sono dell’idea che lo Slow Pitch Jigging è una tecnica con espansione sempre maggiore nel corso del tempo. Una tecnica molto versatile che permette di catturare prede che prima sembravano impensabili da portare in superficie.