Nuovo articolo di un appuntamento mensile che si rinnova con Mattia Giovannini. Questa volta “a pesca col Matto” ci parla di traina e se sia meglio un filo sottile oppure curare di più i passaggi nell’area di pesca. Sentiamo cos’ha da dire in merito!
• Redazione
Amici di FishingBoatMagazine eccomi a Voi in questo nuovo anno appena iniziato. Comincio subito con il cercare di fugare un quesito che spesso mi viene posto. Confrontandomi con molti pescatori infatti, spesso emerge un dilemma abbastanza condiviso da tutti: durante la traina col vivo, è meglio usare un terminale sottile o curare di più la precisione di passaggio sullo spot?
Io posso dirvi, in base all’esperienza che ho maturato in tanti anni, confrontandomi anche con prede di dimensioni molto importanti, che l’idea di usare terminali troppo sottili (0,50/0,60) non sempre paghi a dovere.
E’ vero che da un lato il terminale sottile è “meno visibile” a predatori tipo dentici, ricciole, cernie, ma è anche vero che il rischio di perderli per rottura del terminale stesso diventa molto più elevato in quanto, non potendo forzare, molte volte i pesci rompono direttamente sul fondo. E quanto detto, più volte l’ho riscontrato anche pescando vicino ad amici, cercando d’insidiare le stesse prede nelle stesse aree… Loro pescavano con terminali sottili, io no! Eppure, a fine giornata, il carniere pendeva a mio favore e non loro…
Personalmente non mi focalizzo troppo sulle “dimensioni del terminale” anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, preferisco tenermi al sicuro sotto questo profilo, prediligo invece la “conoscenza dell’area” di pesca e dei suoi abitanti. Arrivare a sapere esattamente cosa c’è lì sotto, in quel determinato punto, come sono disposte le rocce sul fondale e com’è disposto un determinato canale, una secca, che tipi di prede ci vivono e come possono reagire alla presenza di un’esca, può aiutare molto, anzi moltissimo. E per ottenere questo risultato è assolutamente necessario trainare, trainare ed ancora trainare in quell’area. Tante volte fino a diventarne padroni e riuscire a capire, ad esempio, se con un determinato tipo di corrente o in un determinato tipo di giornata, sia meglio optare per un tipo di passata o per un altro. A forza di trainarci sopra, cambiando modalità, si arriverà alla precisione estrema e sarà allora che le prede non avranno più scampo o quasi!
Alla prossima….
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Mattia Giovannini
Mattia Giovannini, meglio conosciuto come “A pesca col matto”.
Romagnolo appassionato di pesca si trasferisce in Sardegna precisamente a Santa Teresa all’età di 18 anni ed è qui che trasforma la sua grande passione in un lavoro creando uno dei charter di pesca più conosciuto in Italia. Con base nello splendido Porto di Santa Teresa Gallura, porta la sua clientela nelle zone che spaziano dall’area protetta dell’Arcipelago della Maddalena, all’area protetta della Corsica, disponendo di due dei 300 permessi rilasciati dalla Corsica.
E’ specializzato in svariate tipologie di tecniche di pesca che vanno dal bolentino leggero, alla traina col vivo, e al drifting al tonno, fino alle tecniche verticali quali: tataki, sabiki e slowpitch.
Per ulteriori contatti: https://www.facebook.com/mattia.giovannini.54