Insieme a Marco Rasicci andiamo a capire cosa significa ed in cosa consiste la tecnica Tataki, nome di indubbie origini giapponesi, diventato icona di un certo tipo di pesca…
• Marco Rasicci
Cosa non si farebbe per un calamaro…
Partiamo subito dal significato di Tataki, dal Giapponese “Tremolio”.
Insidiare i calamari è una pesca che ha stregato tutti i pescatori del mondo e quelli del sol levante in particolare, i quali hanno sviluppato tecniche e artificiali di altissimo livello…
E tra le tecniche praticabili dalla barca, oltre alla traina, quella che offre le migliori opportunità di cattura è proprio il Tataki, una pesca sulla quale i giapponesi hanno investito anni di studio.
E’ bene chiarire da subito, che #Tataki identifica la tecnica e non gli artificiali come invece molti erroneamente fanno, le cui tipologie e caratteristiche analizzeremo qui di seguito.
Il Tataki è una pesca in verticale, che riesce a essere molto catturante, andando ad insidiare i cefalopodi in profondità, durante tutti quei momenti in cui questi predatori non sono catturabili in basso fondale, con la più convenzionale tecnica della traina al calamaro…
Nei periodi freddi dell’anno i calamari effettuano migrazioni trasferendosi in caccia di foraggio nei bassi fondali, fino a spostarsi nel sotto costa in pochi metri d’acqua durante la notte.
Il giorno e durante gli altri mesi, la loro vita si svolge sul fondo, in fondali che possono variare dai 25 metri fino ai 45 metri d’acqua a seconda delle coste o degli habitat, fra la posidonia o ai piedi delle secche, continuando l’attività di predatori su specie di pesce e foraggio che non trovano nel sottocosta.
Una serie di piccole esche che imitano piccoli pesci foraggio
La tecnica del Tataki prevede l’uso di artificiali chiamati OPPAI, i quali, nella forma ed anche nei colori, non riproducono all’apparenza dell’occhio umano alcuna preda in natura, tranne alcune colorazioni “NATURAL” simili alle livree dei pesci.
Di OPPAI, ne possiamo trovare in commercio di svariate dimensioni e colori, dal corpo morbido o rigido, vengono utilizzati sulla lenza madre (TATAKI LEADER) tipo un sabiki per cefalopodi e vengono fissati alla lenza tramite piccoli moschettoni, che danno la possibilità, di cambiare colore o modello con estrema facilità durante l’azione di pesca.
Andiamo a pesca
Come nelle più consuete tecniche verticali, è necessario individuare sul fondo dei branchi di foraggio, che possono essere sia adiacenti al fondo del mare che anche staccati parecchi metri dal fondo.
Trovato il foraggio è possibile trovare i nostri calamari in caccia che vi predano. A questo punto caleremo le nostre lenze, a volte in perfetta verticale, a volte facendoci aiutare dallo scarroccio della corrente, individuando e capendo come i famelici calamari preferiscono il passaggio dei nostri artificiali.
Facciamo scendere rapidamente la lenza verso il fondo e quando il piombo arriva sul fondale, animeremo le esche con movimenti verticali e con scatti frenetici tipo tremolio da cui deriva appunto il nome giapponese Tataki, sondando tutta la batimetria dove abbiamo marcato il foraggio
La nostra Attrezzatura
Le canne in commercio per questo tipo di pesca ormai sono di svariate misure di lunghezza e di reazione al peso del piombo, anche se le canne ideali vanno dai 2,5 mt ai 3 mt.
Considerando l’evoluzione di questa pesca, ci sono pescatori che usano dalle 3 alle 5 esche Oppai in sequenza, per avere più esche di diversi colori in acqua e per aver la possibilità di avere catture multiple.
Si consiglia l’uso di un buon trecciato, meglio se a 8 capi, per il mulinello, con un PE 0,8, che garantisce una maggiore penetrabilità dell’acqua senza avere mai il filo in bando e mantenendo sempre maggior contatto con le esche.
Per terminare !!!
La pesca a TATAKI ha il suo punto di forza nel fatto che si può praticare tranquillamente nelle ore diurne, anche se praticandola sia al tramonto che all’alba ha un fortissimo potenziale.
Ora non vi resta che andare a pescare e provare e riprovare… d’altronde la migliore teoria è quella di sperimentare in mare il più possibile.
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Marco Rasicci
Appassionato di pesca in mare praticamente da sempre, Marco Rasicci è, oltre che una guida di pesca IFG https://www.instagram.com/rasixfishing_official/?hl=it , un professionista nel settore della promozione di prodotti ed articoli per la pesca. Tale attività lo ha portato a diventare un punto di riferimento per molti appassionati ed a maturare una conoscenza di settore molto ampia. Testimonial di alcuni dei più importanti brand del mercato nazionale ed internazionale del settore pesca, accessori ed abbigliamento tecnico, collabora da anni con loro al fine di progettare prodotti sempre nuovi. Tra le tecniche praticate: traina con il vivo, tecniche verticali, slow pitch jigging, Tenya, Inciku, Tai Ruber, traina ai calamari e spinning sulle mangianze.
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