Ecco spiegato ed illustrato un trave completo di terminale per insidiare le grosse orate.
• Mimmo Marfè
Questo tipo di terminale, che rappresenta la sostanza e la perfetta configurazione in grado di garantire maggiore capacità di volo, potranno fare la differenza nella pesca alle orate.
Per la presentazione di questo trave abbiamo utilizzato materiali molto colorati per esigenze di visibilità. Nella sua configurazione da pesca useremo invece materiali poco appariscenti e dai colori neutri.
Due le caratteristiche principali: 1) non c’è alcun nodo 2) tutti i collegamenti fanno uso di colla cianoacrilica ad uso marino. Il trave è munito di un bait clip e abbiamo scelto questa volta un prodotto dalla Gemini.
Il trave sarà confezionato in nylon celar mediamente tra lo 0,50 e lo 0,60. Meglio ancora per l’uso prevalentemente diurno se confezionato in fluorocarbon o fluorine.
Lo snodo unico sarà corredato di una spiralina di ammortizzazione che consentirà nel caricamento, un assecondamento dell’allungamento del filo del terminale durante il massimo sforzo evitandone la rottura. Il diametro del terminale varierà tra lo 0,22 e lo 0,30 anche in base allo stato del mare.
L’amo andrà scelto tra quelli in grado di garantire robustezza senza però eccedere nella grossezza, in quanto per alcuni spot l’esca più catturante sarà la sottile arenicola. Misure tra il 4 e il 6 saranno pertanto le più adeguate.
Il capocorda superiore e l’attacco inferiore per il piombo, saranno scelti tra i più affidabili potendo noi utilizzare il trave anche con piombature impegnative e lanci a grande energia, tipo #groundcast ma anche pendolare. La sezione dei materiali che li compongono non dovrà essere inferiore agli 8 millimetri.
Sul finale sarà opportuno inserire un piccolo fermo per evitare la risalita dell’esca sul bracciolo e un eventuale micro flotter sarà inserito in caso di assenza di corrente sul fondo che potrebbe portare a una minore visibilità dell’esca.
Obiettivo dichiarato sarà l’orata e, specie su spiagge a bassissimo digrado, il bait clip e l’assetto mono amo potranno aiutare non poco nella distanza di pesca.
L’incollaggio con colle cianoacriliche dedicate consentirà l’uso di diametri più contenuti.
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Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.