Oltre a lenze, ami, girelle e quanto altro serve ad una battuta di pesca, uno degli elementi presenti in tutte le cassette è il trave. Sia esso agonistico, da surf casting a mare mosso ma anche per mare calmissimo, il suo ruolo è determinante così come gli elementi che lo compongono
• Mimmo Marfè
Siamo nella stagione del mare calmo o quasi e della ricerca di uno dei pesci di maggiore mole e combattività tra quelli pescabili in Mediterraneo ossia l’orata.
Pescare con mare calmo e a lunga distanza, come molto spesso richiede la ricerca dello sparide, non è cosa troppo semplice. Non basterà infatti un finale di lunghezza contenuta e di buono spessore affinché l’orata ceda al nostro inganno. Molto spesso bisognerà cercarla ai limiti dell’azzardo con fili in fluorocarbonio di sezioni molto contenute, scendendo da quelli che erano i diametri canonici (mediamente 0,30), fino a diametri di poco superiori allo 0,20. Ciò ovviamente a mare calmissimo e acque cristalline. Oltre alla questione del diametro ma ad esso strettamente connesso, c’è la questione della lunghezza del finale.Sarà capitato anche a voi che cercando l’orata avrete avvistato il cimino dare chiarissimi e ampi segni di tocche, poi recuperare senza pesce e trovare l’esca appena appena schiacciata: è l’orata che presa l’esca tra le dure labbra, avverte la resistenza del piombo e sputa l’esca. Infatti abbiamo avuto modo di osservare che una volta addentato il boccone, l’orata tende prima a spostarsi e poi lo mastica.
Tanti i rimedi cercati ma uno di quelli di maggiore efficacia è rappresentato dalla lunghezza del finale. Usarne uno in fluorocarbonio dello 0,20 lungo tra i 2 metri e mezzo e i tre metri non è assolutamente azzardato.
Una delle questioni da risolvere riguarda la posizione del nostro finale sul fondo che, per lunghezza e relativa sottigliezza, tenderà facilmente ad ingarbugliarsi. Prima accortezza da utilizzare è di dare al nostro lancio almeno un minimo di angolazione e che questa sia a favore della pur debole corrente. In questo modo il finale si distenderà a favore di corrente allontanandosi da piombo e trave. Inoltre aiuterà non poco un piccolo dispositivo che abbiamo realizzato con il fai da te, che aiuterà lo snodo a scaricare torsioni anche con minime sollecitazioni e a far divergere il finale. In mancanza, una girella tripla di altissima qualità potrà sopperire all’elemento auto costruito.
Dovremo procurarci del filo in acciaio armonico di sezione massima dello 0,60 e su un corpo metallico sottile e cilindrico, creare una spiralina di circa un centimetro. Andando a spulciare sul web potremo trovare anche artigiani che a basso costo producono e vendono proprio piccoli attrezzi adatti allo scopo come potrete osservare anche in foto. Poi con l’eccedenza del filo di acciaio costruiremo quello che è il divergente, lungo circa tre centimetri e con una pinza, o meglio con una piegatrice, creare un alloggio per una girella che nella parte posteriore andrà inguainata.
In pratica tutta l’operazione con gli attrezzi adatti non chiede più di un minuto di lavoro, con le pinza il lavoro potrà essere efficace ma esteticamente meno pregevole. Sul trave da utilizzare, inseriremo il nostro snodo divergente e lo bloccheremo tra due perline come siamo soliti fare con una qualsiasi girella.
Il dispositivo è indicato proprio per la pesca a mare calmissimo alla ricerca di orate ma anche a mare mosso tra i moti della corrente, con braccioli ovviamente più corti, potrà dare una mano a stare correttamente in pesca.
Occorrente per la realizzazione:
- Filo in acciaio armonico dello 0,50 / 0,60.
- Una girella del numero 14 di alta affidabilità, così come tutta l’accessoristica.
- Un segmento di tubicino in silicone utile a far incastrare l’occhiello della girella
- Pinze e tronchesina o avvolgitrice per fili metallici e piegatrice.
Altra accortezza che dovremo avere, sarà che la lenza non sia troppo in tiro: sarà l’orta stessa spostandosi a segnalare la sua presenza. Allo scopo è perfetto un tripode più che il picchetto. Più complicata la situazione se il pesce addentato il boccone si sposterà verso terra: un avvisatore molto semplice in questo caso potrà aiutarci spostandosi verso il suolo.
Le esche
Nello specifico durante questo periodo tra le esche maggiormente efficaci abbiamo: l’arenicola, in particolare per spiagge poco profonde, il verme americano, leggermente più resistente, il bibi, specie su spiagge abbastanza profonde e il granchietto, che ha come unica controindicazione il volo poco agile.
Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.