Con la primavera e con le belle giornate di sole, ritorna alla grande l’attività della pesca sportiva ricreativa dalla barca.
• Giuseppe de Girolamo
Una delle tecniche di pesca molto praticata in questo periodo dell’anno è proprio il bolentino. La fine dell’inverno stimola non solo i pesci, ma molto più i pescasportivi, che si dedicano anima e corpo alla ricerca degli spot migliori per praticare questa straordinaria tecnica di pesca.
Possiamo dire che il bolentino, in base alla profondità del fondale su cui è praticato, può essere distinto in:
1. Bolentino costiero, compreso tra i -10 e i -30 metri di profondità
2. Bolentino di medio fondale, compreso tra i -30 e i -70 metri di profondità
3. Bolentino di profondità, generalmente oltre i -100 metri di profondità
In questo articolo analizzeremo il Bolentino di medio fondale.
Le prede maggiormente insidiate e desiderate con questa tecnica di pesca sono: pagelli, saraghi, scorfani, orate, e qualche provvidenziale dentice di buone dimensioni, tutte prede capaci di regalarci divertentissimi combattimenti, ma anche ottime pietanze per allietare deliziosi banchetti.
Vediamo adesso che cosa occorre per andare a pescare…
Attrezzatura
Barca – Trattandosi appunto di una tecnica di pesca dalla barca, la prima cosa indispensabile sarà appunto la scelta del mezzo con il quale andare a pescare. Che sia una barca o un gommone, l’importante è che sia un mezzo sicuro e abbia gli spazi giusti, per permetterci di trascorrere comodamente le nostre avventure di pesca.
Canna – Di lunghezza compresa tra i mt. 3 e i mt. 4, misure queste che rappresentano un compromesso ideale per contrastare i pesci di taglia ordinaria e anche quelli di taglia straordinaria, le canne da bolentino devono essere in carbonio, con anelli passanti buoni, meglio se con anelli con pietre in SIC o Alconite, perfetti per resistere ai continui passaggi delle lenze al loro interno, in particolare del multifibra, che ha un maggior effetto abrasivo. Attrezzi con i quali gestire piombature, a secondo delle condizioni di pesca, che possono variare dai 70 ai 200 grammi, Particolare importanza va indirizzata al cimino della canna da pesca, la parte della canna capace di segnalare ogni piccola toccata del pesce. Motivo questo per il quale, molte aziende producono canne con cimini intercambiabili con diverse potenze.
Le canne da bolentino possono essere sia telescopiche che a innesto, molto dipende dalle esigenze del pescatore.
Mulinello – Mulinelli nella misura 5000/8000, rappresentano l’elemento di forza della nostra attrezzatura. Capaci d’imbobinare una discreta quantità di filo, possibilmente trecciato, devono avere una frizione fluida, per garantire una perfetta gestione delle grosse prede durante le delicate fasi di recupero. Essenziale il trattamento anti salsedine, con un ottimo rapporto di recupero, e non da ultimo il peso che durante una giornata di pesca, se eccessivo, affatica molto il braccio.
Lenza madre – Proprio per le sue maggiori peculiarità, il MULTIFIBRA, la fa da padrone in questa tecnica di pesca. La totale assenza di elasticità, e l’elevato carico di rottura a parità di dimensioni con il nylon, ci darà la possibilità di affrontare perfettamente la nostra battuta di pesca. L’assenza di memoria, ci garantirà un contatto più diretto con le nostre esche sul fondo, così da permetterci di avvertire tutte le mangiate dei pesci, anche le più delicate. Il ridotto diametro con l’elevato carico di rottura, ci darà la possibilità di affrontare tutte le situazioni di corrente, con le quali si è spesso costretti a fare i conti.
Piombi – La scelta della forma del piombo da utilizzare è un fattore altamente soggettivo. C’è chi li preferisce a palla, chi a pera, chi con foro passante e chi con girella o occhiello in acciaio e, per i più esigenti, quelli plastificati colorati, tutto varia a seconda dei gusti di ogni pescatore. Un fattore che deciderà le sorti della nostra battuta di pesca, nella scelta del piombo, sarà la grammatura da utilizzare. Questa dovrà essere scelta in funzione delle profondità su cui si intende pescare ed alla corrente presente. La grammatura ottimale sarà quella che riesce a tenere la lenza in verticale con il piombo sul fondo.
Ami – A paletta o con l’occhiello, devono essere di misura proporzionata alla preda che si intende insidiare.
A questo punto, sembra che abbiamo tutto l’occorrente per andare a pescare, ma vediamo cosa dobbiamo ancora fare…
Calamento – Il nostro calamento, o terminale, rappresenta il cuore del nostro sistema pescante. Perline, micro agganci e tutta la minuteria che potrà servirci nella creazione del terminale. Importante sarà scegliere le dimensioni dei materiali in funzione delle profondità alle quali pescheremo.
Parlando appunto di bolentino su medio fondale, il trave principale sarà in nylon del diametro 0,40/0,50 con lunghezza variabile secondo i pesci che andremo a insidiare. Lungo il trave applicheremo o delle perline a 4 fori (molto performanti), o delle girelle triple (più pratiche). I braccioli, andranno fissati o alle perline o alle girelle, e generalmente saranno 2 o 3. Avranno una lunghezza e un diametro sempre variabile a seconda dei pesci che vorremo insidiare e, saranno distanziati in modo tale che la somma della lunghezza di 2 braccioli sia inferiore alla loro distanza di aggancio al trave. Al termine del trave si lega una girella con moschettone a cui si aggancia il piombo.
Ma vediamolo nel dettaglio.
Come dicevamo prima, la scelta del nostro calamento sarà importantissima.
Questo è un classico esempio di calamento destinato a catturare pesce bianco, proprio perché ha solo due ami molto vicini al fondo. Laddove avessimo intenzione di insidiare anche pesce azzurro, che vive più staccato dal fondo, andremmo a inserire un terzo amo al posto dell’asola, riducendo altresì la lunghezza dei braccioli e la distanza tra loro.
Esche – Una delle esche più diffuse per questa tecnica di pesca sportiva, è sicuramente il gamberetto. Sgusciato, intero, fresco, congelato, tutti usano il gamberetto. Molto facile da reperire e da innescare, è una delle esche più utilizzate. Non meno adescante la cozza o il calamaro tagliato a striscioline. Esche anche queste molto valide. Per giungere infine ai vermi, e il più richiesto è sicuramente il Verme di Rimini. Sembra che adesso siamo davvero pronti per andare a pescare. Ma analizziamo un po’ l’azione di pesca.
Tornando alla nostra barca, è importantissimo avere a bordo un ottimo strumento GPS cartografico, proprio perché grazie a questo, avremo la possibilità già prima della partenza, di decidere gli spot più interessanti da visitare. Questo, unito ad un ottimo ecoscandaglio, costituiranno gli elementi fondamentali per la riuscita della nostra pescata.
Ma non è finita qui.
Giunti sullo spot scelto, sarà opportuno imparare ad interpretare le marcature del nostro ecoscandaglio, e una volta rilevate quelle giuste, sarà il momento di ancorarci. Operazione questa non proprio semplice, in quanto dovremo risalire la corrente quanto basta per calare la nostra ancora e far si che la nostra barca si fermi proprio sulle marcature precedenti. Oggi, questa operazione ci è agevolata dall’installazione a bordo di motori elettrici, che ci consentono di fermarci sul punto stabilito senza dover calare l’ancora sul fondo. Ma questa è un’altra storia. Una volta ancorati, non ci resta che calare le nostre lenze in acqua, sperando che qualche bel pesce gradisca le nostre esche.
Alla prossima…