Come promesso ecco il sequel dell’articolo sulle seppie… in questo caso prenderemo in esame i materiali…
• Maurizio Pastacaldi
Le condizioni meteo eccezionali di questo periodo ci hanno permesso di vivere ogni giorno avventure di pesca alla seppia… Sicuramente non sono prede sportivissime in quanto il combattimento è limitato al recupero a bordo; alla fine è una sfida tra pescatori, sia che peschino in banchina, sia nello spot di pesca… Dozzine e dozzine di piccoli natanti affollano le acque antistanti l’arenile… quindi il nostro intento è quello di mettere in luce nella semplicità della pesca come intraprendere al meglio tale tecnica allo scarroccio.
I materiali
La prima cosa da avere a bordo per il successo della pescata è un guadino. Tale oggetto è essenziale in quanto peschiamo con artificiali senza amo muniti di coroncine di spilli senza ardiglione. Le difficoltà riguardano il fatto che la seppia rimane quasi sempre “allamata” ad un tentacolo e recuperando con continuità e costanza senza gesti estremi può capitare lo stesso che si possa slamare… Il cesto del guadino ci permetterà di issare a pagliolo in sicurezza la nostra amata preda. Una seconda difficoltà riguarda il fatto che la seppia appena guadinata cercherà di sfuggire alla cattura spruzzando il fatidico getto d’inchiostro. Oltre a colpire noi pescatori, l’inchiostro è micidiale per i pozzetti delle imbarcazioni, quindi conviene lasciare il guadino con la seppia un minutino sottobordo in modo che possa scaricare fuori il “nero”. Se per caso vi capita di macchiare il gelcoat dell’imbarcazione, il consiglio che vi dò è quello di lavare subito l’area con una spugnetta ed acqua di mare, altrimenti se secca è molto difficoltoso da togliere. Quindi guadino lungo in carbonio telescopico e in particolare, la rete deve avere maglie fitte e gommate in modo che l’artificiale con la corona non rimanga impigliato. A volte anche il polpo rimane ammaliato dalle nostre esche e senza un capiente guadino a bordo difficilmente si riesce ad issarlo a bordo.