Ho avuto modo d’incontrare, con sempre maggiore frequenza, donne che amano la pesca, la subacquea, ma soprattutto donne affascinate dal mare nella sua poliedricità e dai suoi abitanti. Ecco a voi Maria Fanito!
• Luciano Pau
Ricordo che avevo visto il suo profilo su Facebook un po’ di tempo fa. Mi aveva attratto, al punto che ero entrato a vedere le sue foto, il fatto che si trattasse di una donna palesemente sportiva ed amante del mare. Tra i suoi post non erano messe in risalto le solite foto in costume per attrarre l’attenzione di noi maschietti come si usa fare oggi con la moda dei selfie, degli influencer alla caccia di follower, bensì erano foto scattate come dico io “sul campo” o meglio, in questo caso in mare, con prede in cintola catturate durante le sue uscite di pesca subacquea, o in braccio, o a pagliolo nel caso di pesca dalla barca, o anche semplicemente foto di una persona in allenamento, indispensabile per ottenere determinati risultati in particolare nella subacquea. Insomma, foto di una persona che era palese che pescasse per davvero! Poi ho avuto modo d’incontrarla in occasione della prima edizione del Tuna Cup Anzio, era il 2015, una gara cui lei partecipò come componente dell’equipaggio Team Pupa, il nome dell’imbarcazione che condivide con il marito Giovanni. Due appassionati di mare e di pesca. Ma chi è Maria Fanito? Per lei, diciamo subito, che fa poca differenza vedere il mare da sopra o da sotto la superficie, l’importante è fare parte di questo elemento liquido il più possibile. Non importa che sia autunno, inverno, primavera o estate, per Lei il contatto con l’acqua è vitale. La rigenera, le da’ una carica che si rinnova di volta in volta e che dura sino alla prossima occasione. D’altronde parlando un po’ con lei emerge subito che non poteva essere altrimenti. Nata sulle coste ioniche vicino a Reggio Calabria, a 50 metri dal mare, quando i cellulari non esistevano ancora, come molti suoi coetanei trascorreva fortunatamente parecchio tempo a contatto con la natura e con il “suo mare” dalle acque limpide e di un blu profondo. A volte era solo per ammirarlo, forse pensando che “un giorno avrebbe avuto modo di farne parte”, a volte nuotandoci dentro, ma in particolare perché il papà di Maria aveva l’abitudine di portare lei e le sorelle a pesca sulle rive di quel mare. Un modo per far trascorrere il tempo libero all’aria aperta, ma anche per farle conoscere loro chi in quel mare ci abita, ossia i pesci. Non era un trauma per Maria essere “portata a pescare”, un’attività principalmente praticata dai maschi. D’altronde a casa sua non è mai stata indirizzata verso un’educazione stereotipata, che recitava che solo i maschi dovevano fare determinate cose e le femmine solo altre. Così lei quando poteva si mischiava ai ragazzi e giocava a calcio, a basket, preferiva vestirsi da Zorro a Carnevale piuttosto che da damigella, giocava a biliardo ed amava le motociclette. Insomma, amava fare ciò che le piaceva senza crearsi troppi problemi e dall’altra parte la famiglia glielo ha consentito. Un punto a suo favore, che le ha permesso nel tempo di concentrarsi sul suo mare al punto da diventare una sportiva a tutto tondo, praticando sia la pesca da terra o dalla barca, che quella subacquea, nella quale ottiene ancor oggi risultati decisamente importanti, soprattutto in considerazione del fatto che spesso si misura con concorrenti del cosiddetto “sesso forte”.
Basti pensare che ha recentemente acquisito il diritto a partecipare alla prima edizione dei Campionati Italiani di Pesca in apnea femminili, conquistati con un 12° posto alle selezioni 2019 in una gara con 46 apneisti maschi. Non ha mai amato molto le gare, sia chiaro, perché competere le procura stress ma, in particolare con l’arrivo di quelli che lei chiama gli “anta”, ha deciso di rimettersi in gioco, dimostrando a se’ stessa in primis e poi agli altri che “volere è potere”. Così, mentre nelle gare di pesca dalla barca si cominciano a vedere donne che vi prendono parte ed a volte anche con successo, per quanto concerne l’apnea siamo ancora molto indietro e le gare di pesca subacquea sono ancora oggigiorno prettamente predominio dei maschi. Lei, unica donna a prendervi parte ed a concludere le gare con ottimi risultati, si è ricavata una nicchia in cui si crogiola, nella speranza da un lato di smuovere un po’ l’opinione pubblica, e dall’altro di stimolare nuove leve ad emularla. Oggi Maria quando può raggiunge il suo mare, che sia quello delle coste laziali in cui vive o quello natio della Calabria poco cambia. Per lei l’importante è esserne parte insieme ai suoi amati pesci, che non vede solo come prede da catturare (questa è la parte più sportiva, quella della confrontazione con questi abitanti nel loro ambiente) ma anche e soprattutto come parte essenziale di un ambiente stupendo. E quando capita l’occasione, lascia tranquillamente a casa il fucile e si immerge regalandosi qualche bello scatto fotografico pieno di vita e di colori. Nella sua carriera sportiva e non ha incontrato varie specie ittiche, più o meno comuni. Ha catturato polpi, cernie, ricciole e dentici. Ha nuotato con i delfini e razze. In drifting, a traina, a bolentino, ha combattuto tonni, lampughe, ricciole, calamari, totani ed anche fragolini. Quando è in barca non riesce a smettere di pescare, ed è riuscita a trascorrere tre giorni a bordo senza mai scendere a terra, alternando a seconda delle ore e delle prede in quel momento presenti, le varie tecniche di pesca. Ma nella subacquea non è da meno. Se indossa una muta te la scordi per almeno sei sette ore! Ha la patente nautica, conosce e legge perfettamente la cartografia strumentale, ma altrettanto interpreta correttamente i segnali che manda l’ecoscandaglio. Sa fare praticamente tutti i nodi usati nei vari tipi di pesca, conosce le differenti tipologie d’innesco, sa scegliere quale amo e quale terminale approntare, come tarare un mulinello, e sa anche riconoscere dal tocco sulla lenza di quale preda possa trattarsi. In barca i suoi ruoli si adattano e alternano senza problemi con il resto dell’equipaggio, e può toccare a lei dover controllare l’imbarcazione mentre qualcun altro è in strike. Ora, raccontando tutto questo viene da pensare che Maria sia una donna che oltre alla pesca ed al mare non si occupi di nulla. Ma non è così! In effetti Maria è una donna a 360°, con una famiglia da gestire, con tre figli ormai grandicelli di cui due appassionati come lei di pesca subacquea, un marito che condivide con lei entrambe le discipline (sia sopra che sotto il mare), e con tutte le sue passioni di donna. Una miscellanea di ruoli dunque, tra quelli di: mamma, moglie e sportiva. Ma come abbiamo detto prima, Maria Fanito è una fan del mare. In tutte i suoi aspetti e colori. Lo ama quando è calmo, ma altrettanto ne apprezza l’odore della salsedine quando schiuma, ama il mare d’inverno con le sue tonalità grigiastre e lo adora nella bella stagione quando i colori prendono il sopravvento. Ama indifferentemente l’alba ed il tramonto, così come il giorno e la notte. L’importante è che di sottofondo ci siano l’odore forte della salsedine ed il rumore dolce delle onde…