Il periodo invernale è la stagione migliore per praticare la pesca ai calamari, da terra o dalla barca, lungo tutto lo Stivale, isole comprese.
• Fabio Storelli – TLM Nautica Fishing Team
E’ una di quelle tecniche davvero facili da praticare ma che se svolta nel modo giusto può regalare grandi risultati in termini di catture.
Che sia svolto da terra o dalla barca l’eging, una volta chiamato spinning ai cefalopodi, è una tecnica che attira tutte le categorie di pescatore, dal più giovane a quello più saggio, che si divertono a scandagliare i fondali attendendo con impazienza l’attacco di un calamaro o di una seppia sull’egi.
L’attrezzatura andrà calibrata secondo le ultime novità presenti sul mercato che offrono un’ampia scelta tra canne e mulinelli dedicati a questa tecnica, oltre ad una miriade di esche presenti in ogni colorazione disponibile.
La canna dovrà avere una grande sensibilità del vettino, in modo da poter percepire anche le “carezze” più timide che a volte il calamaro dà prima di sferrare un vero e proprio attacco sull’esca. Il poter avere maggiore sensibilità sull’esca permetterà anche di poterla manovrare in maniera più naturale e fluida in modo che possa nuotare a scatti intermittenti attirando così eventuali cefalopodi intenti a cacciare in zona.
Il recupero dell’esca potrà essere lento e costante così come a scatti con brevi pause, questo permetterà di poter scandagliare sia il fondo che gli strati più alti e quindi aumentare le chance di cattura.
Gli spot da prediligere saranno quelli che vedono presenza di sabbia e posidonia, comprese le zone portuali, che con la loro illuminazione attirano molta minutaglia che, a sua volta, attira i predatori come i calamari.
Le tecniche di recupero importate dal Giappone, nettamente diverse da come eravamo abituati a pescare una volta, hanno saputo regalare molte più catture rispetto al classico lento e costante recupero, quindi consiglio prima o poi di provare questa tipologia di recupero, magari fermandosi a guardare uno dei molti video presenti sul web, che regalano sempre nuovi spunti per grandi esperienze.
Anche dalla barca, sebbene la tecnica principe per insidiare i cefalopodi sia la traina, è possibile insidiarli a eging. Per sfruttare questa tecnica con buone possibilità di cattura sarà di fondamentale importanza l’uso del motore elettrico di prua (nel mio caso Minn Kota con funzione ancora), che permetterà non solo di farci stazionare sullo spot per eseguire lanci precisi ma permetterà un avvicinamento alla zona di pesca in assoluto silenzio senza allarmare qui di eventuali cefalopodi intenti a cacciare tra le fronde della posidonia.
Fabio Storelli
Grande appassionato di pesca dalla barca, in tutte le sue varianti, fin dalla tenera età. Negli anni si è fatto rapire dall’interesse anche verso l’elettronica di bordo, come ecoscandagli, motori elettrici e gli irrinunciabili ROV subacquei, che Fabio utilizza per scoprire i segreti di vecchi e nuovi spot di pesca. Dal 2017 è CEO di TLM Nautica, il noleggio barche in Liguria, a Santa Margherita Ligure, con cui riesce a far divertire i pescatori di tutto il mondo a bordo delle barche disponibili a noleggio, super attrezzate per la pesca.
Per ulteriori contatti: www.tlmnautica.it