Reputo la mormora il pesce icona del nostro Mediterraneo e il periodo che ci prepariamo ad affrontare è tra i più generosi
• Mimmo Marfè
Una delle prerogative della pesca alle mormore è rappresentata dall’opportunità di poter realizzare catture in doppia cifra anche se poi in materia di taglia già con esemplari da 5 etti siamo nell’ambito dell’ottimo. La media infatti è tra i 2 e i 3 etti.
Generalmente la pesca si effettua con una coppia di canne che siano in grado di gestire la distanza elevata quando il pascolo, come spesso accade, è molto esterno. Su spiagge con buona batimetrica già a corta distanza da riva, saranno da preferire attrezzi che garantiscano una buona sensibilità della cima.
Una delle scelte che andrà fatta in modo oculato riguarda il tipo di trave e finale che andremo a scegliere.
E’ vero che per pescare le mormore basterebbe un filo con un carico da un solo chilo reale e non di etichetta, quindi più o meno uno 0.13 mm, ma è anche vero che sulla sabbia tra granchietti, pulci di mare ed effetto della sabbia sul filo, i carichi tendono ad abbassarsi non di poco.
I ferri
Generalmente i metalli utilizzati saranno acciaio per girelle, moschettoni, agganci vari e ami, poi piombo per le zavorre.
Terremo presente che generalmente le mormore possono essere spesso in pascolo con pesci più o meno di pari stazza oltre a orate che però di notte e a mare calmo, saranno quasi sempre di dimensioni contenute.
§Nell’agonismo spiaggia si tenderà a privilegiare travi a tre snodi e tre braccioli, nella pesca ricreativa e più selettiva i braccioli saranno generalmente 2 se non uno per la lunghissima distanza. Per le girelle cui collegheremo i finali, numerazioni intorno al 18/20 saranno più che sufficienti. I sistemi di aggancio di trave e piombo invece saranno tali da sopportare le sollecitazioni del piombo utilizzato. Infatti, anche se pescheremo con piccole girelle e finali sottili, se dovremo proiettare un piombo da 150 grammi alle massime distanze, utilizzeremo agganci robusti.
Altro materiale di consumo in acciaio sono gli ami. Sulla misura, attestandoci tra il 10 e il numero 8, saremo ben coperti.
A guardare con attenzione i finali di chi è maggiormente assiduo, ci accorgeremo che quasi mai questi sono privi di altri materiali. Essi possono essere materiali leggermente galleggianti, flotter o pop up o attrattori.
La costruzione
Utilizzeremo un trave lungo intorno al metro e mezzo sul quale potremo costruire due snodi per due finali di circa un metro oppure, tre snodi per altrettanti braccioli di circa 60 centimetri. Quest’ultimo sarà maggiormente conveniente portarlo a due metri con 3 braccioli da 80 cm.
In testa al trave costruiremo un’asola e sotto questa il primo snodo perlina – girella – perlina. Distanzieremo il successivo snodo a una distanza pari alla lunghezza del bracciolo più 10 centimetri. La girella potrà essere sostituita da una tecnosfera a doppio foro non intersecante. Sotto chiuderemo il trave con un aggancio per il piombo.
Piombo | Diametro trave | Parastrappi in libre |
50 | 30 | 15 |
75 | 35 | 20 |
100 | 40 | 25 |
125 | 50 | 35 |
150 | 55 | 40 |
175 | 60 | 50 |
La tabella contiene valori indicativi, da variare in base alla potenza del lanciatore e dello stile di lancio.
Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.