Foce, scogli, spiaggia…la spigola è presente un po’ ovunque ed è proprio la stagione in corso la più propizia
• Mimmo Marfè
Sono tanti i fiumi, i canali, i fossi che sboccano nei nostri mari. Dalle grandi foci a delta tipo Po, a piccoli rigagnoli che però il loro piccolo apporto di acque dolci comunque lo danno. Fateci caso, le spigole più belle si catturano in luoghi spesso non troppo belli. Forse le spiagge bianche e soffici come il talco saranno anche meta di belle mormore o orate, ma la spigolaccia non va troppo per il sottile. Non a caso le acque grasse portuali sono un suo domicilio di elezione.
Viva l’inquinamento? No, non è a questo che vogliamo inneggiare ma sicuramente c’è da distinguere tra le tipologie di inquinanti.
Il nostro palcoscenico è rappresentato spesso da spiagge basse. A volte possiamo trovare la spigola a pochi metri, altre oltre la frangenza esterna.
Il problema di dover scagliare quella maledetta piramide a distanze abbastanza proibitive non è di semplice soluzione. Qualcuno sceglie zavorre ogivali provviste di spike ma ciò comporta il dover utilizzare in bobina fili grossi per non correre il rischio di spaccarli nel tentativo di aprire i rampini sul fondo.
Dopo tanti ametti, lenzette, finalini, popperini, questa è l’occasione per ritrovare il gusto del surf casting più genuino.
La spigola su bassi fondali predilige condizioni di buio di luna o almeno di poca luna nel cielo, ma è ancora maggiormente sensibile ai bruschi abbassamenti della pressione atmosferica. Quando si registra quest’ultima condizione non mancheranno inaspettate catture anche a mare quasi piatto, a condizione però, che siamo nelle immediate vicinanze di uno dei due picchi di marea. La finestra temporale di attività è però più ampia durante il picco di alta.
Anche se la spigola è presente ed attiva sotto costa tutto l’anno, nei mesi invernali, che sono quelli della riproduzione, si avvicinano a riva i pesci più grossi.
Questo sia che si peschi a surf casting, sia a bolognese, che a spinning.
E adesso, onde!
In un panorama surf casting che deriva progressivamente verso le mormore e le attrezzature leggere, parlare di ricerca specifica della spigola vuol dire tornare un po’ indietro, a cercare onde, ami 2/0 e tutto il sapore del predatore e della sfida.
Gli ami
Si torna ad ami di numerazione prossima allo zero, molto gettonate le forme Aberdeen con occhiello che sicuramente aiutano in un corretto innesco di un anellide, ma là dove l’esca fosse una coppia di rosseggianti fasolari non dovremo tenere numerazione ed anche una forma beck.
Eccellenti per l’innesco delle grosse arenicole, al di là di tanti pregiudizi, funzionano alla grande anche con esemplari di grossa taglia.
Le esche
Lasciamo fuori dalla casistica le esche vive e parliamo solo di quelle naturali e ben lanciabili. La spigola non mangia sempre lo stesso menù, quello che il giorno prima ha regalato grosse catture, magari il giorno dopo è totalmente ignorato.
In generale durante la prima parte della stagione, quella meno fredda, funzionano benissimo le esche grasse, in primis la sardina, e i vermi ricchi di emoglobina. Più ampio lo spettro temporale di bivalvi quali cannolicchio, fasolare e cardium, mentre la migliore efficacia di calamaro e seppia si ha con acque molto fredde e ben ossigenate.
Sarebbe stupido adottare per la ricerca della spigola strategie da gara, essa va pescata con un solo bracciolo di diametro non inferiore allo 0,28 e in questo caso un filo in nylon tradizionale o fluorine, offre alle esche più naturalezza specie nel caso di braccioli abbastanza corti. Il calamento a due bracci lo utilizzeremo in un solo caso ossia quando proveremo a cercarla proprio nella schiuma turbolenta: generalmente si tratterà di esemplari medio piccoli che mangeranno quasi a volo, per cui questi tentativi li effettueremo canna in mano pronti a repentine ferrate.
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Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.