La perseveranza vince sempre! L’evento che ha subito un mese esatto di spostamenti causa maltempo è alla fine riuscito alla meglio con sole, mare calmo ed anche i tonni… What else?
• Luciano Pau
Ci sono ciambelle che nascono con il buco ed altre no… ma se si è tenaci, alla fine il buco si può anche fare… Mi sto riferendo ad uno dei tanti eventi sportivi che il maltempo di quest’anno ha messo a dura prova. Non è facile organizzare un evento, perché al di là delle date programmate occorre mettere in piedi tutto, far combaciare il proprio evento con altri eventi, richiedere le autorizzazioni, contattare partner e, soprattutto, occorre sperare nel bel tempo. E se si spostano le date, tutto va riprogrammato. In ambito pescasportivo marino poi, quando si parla di tempo ci si riferisce a due elementi: cielo e mare. Perché se non c’è il sole ed il mare è calmo, si può anche gareggiare ma, differentemente, se c’è il sole ma il mare è formato, l’evento non si fa. La sicurezza degli equipaggi viene prima di tutto e non si può mai ipotizzare cosa in mare possa accadere. Questa premessa che ho fatto prende spunto da quanto avvenuto ad un evento di pesca al tonno organizzato a Roma, perché il Porto di Roma pur essendo ubicato ad Ostia è Roma, è il mare dei romani.
Il Big Game Città di Roma, programmato inizialmente per il 27 e 28 aprile scorso, causa maltempo appunto che ha flagellato l’Italia, è stato di settimana in settimana posticipato, fino ad arrivare alle date del 1 e 2 giugno. Perlomeno in quei giorni si era certi di un meteo favorevole direte voi, ed invece no, perché le previsioni sino al giorno prima indicavano onda lunga per ciò che concerne il mare, vento a rinforzare verso l’ora di pranzo. E con queste premesse chiunque, o molti, avrebbero detto “va beh, lasciamo perdere…”. Invece la perseveranza dei pescatori va oltre e così la S.S. Lazio Pesca Sportiva, e più precisamente nelle persone di Fabio Salvucci ed Andrea Riccobello, due pescatori agonisti che fanno parte dell’Associazione organizzatrice della gara, hanno deciso per il “o la va o la spacca”, confermando il tutto. Ed alla fine hanno avuto ragione loro, perché la domenica mattina del 2 giugno, l’onda non era così lunga, il vento era una lieve brezza ed all’ora di pranzo non è successo nulla di peggiorativo al punto da richiedere una sospensione della gara.
E pensare che, preparandosi al peggio, si era pure deciso al mattino di dare lo start mezz’ora prima del previsto per guadagnare un po’ di tempo di gara. Eppoi i tonni… Ma ci saranno ancora i tonni in questo periodo che per loro è quello di inizio riproduzione? Forse si, forse no. Con queste incertezze, vive ancora il sabato 1 giugno in occasione del briefing, la domenica mattina tutti con il naso all’insù per cercare di vedere in primis il cielo, poi giunti in porto, tutti con il naso a guardare l’orizzonte per carpire le condizioni del mare. E poi tutti a caricare le sarde a bordo, mettere in moto i motori e mollare gli ormeggi per dare inizio a questa edizione del Big Game Città di Roma 2019. Alla conta prima dello start gli equipaggi che rispondono all’appello sono 45. Tanti, e ci dicono gli Organizzatori che qualcuno non ha potuto venire per via dei troppi spostamenti che alla fine hanno collimato con comunioni ed impegni vari. Giusto, anche le comunioni c’erano di mezzo, in senso buono ovviamente… Il via dato dalla barca giuria è sempre emozionante. 45 barche che fanno rombare i motori e prendono ognuno una direzione diversa, a ventaglio, per andare ad occupare l’hot spot che hanno scelto con l’equipaggio. L’hot spot non implica solo una distanza dalla costa, una waypoint, ma anche una relativa batimetrica in cui pescare. I tonni saranno in acque medio profonde o più profonde? Sono possibili solo due spostamenti in gara e quindi non c’è troppa possibilità di rimediare. Si fa una scelta sperando che sia quella giusta altrimenti amen, d’altronde non c’è mai certezza di portare a casa il bottino. Anche se qui di bottino ci sono solo i premi, perché è una gara a rilascio, quindi i tonni non vengono portati a bordo ma, post misurazione con apposite aste colorate, rilasciati in mare dopo debita ossigenazione effettuata trainandoli un po’ con l’imbarcazione.
Vengono slamati e, quando ciò non è possibile senza danneggiare il pesce, si taglia il filo corto, in modo che il tonno non corra il rischio di legarselo sulla coda che per lui significherebbe morire. Ma com’è andata direte voi? Bene, al di là del tempo che come detto è stato favorevole, ci sono state anche le catture. Non tantissime intendiamoci, solo 16 complessivamente e di queste solo sette portate regolarmente a termine, perché molte sono state le rotture di terminali ed anche di un amo (cosa molto rara) e ciò può anche stare a significare che i tonni erano di dimensioni superiori al preventivato dagli angler, i quali hanno adottato terminali più sottili di quanto sarebbe stato necessario. Ma chi lo sapeva? Comunque il bello di questo tipo di gare lo si vive anche a bordo di chi non ha preso nulla, perché l’appuntamento viene vissuto come una festa. Si ride, si mangia, si beve, si dorme e si pesca (ovviamente si dorme a turno, memori del fatto che “chi dorme non piglia pesci”). Alla fine, dopo sette ore di gara (start alle 7,30 e fine gara alle 14,30), tutti in porto a mangiare quanto preparato ed offerto dall’Organizzazione i apposita area e poi tutti ad attendere l’esito della visualizzazione delle SD Card (l’unico strumento valido di autocertificazione delle catture.
Va ripresa tutta la fase di strike sino al rilascio del tonno, a garanzia e tutela dello stesso) da parte della Giuria. Grazie all’ausilio di aste colorate si determina il punteggio (il colore definisce le dimensioni del pesce e quindi i punti assegnati). Si prepara il palco, si mettono in bella vista i premi che sono tanti, tra cui un tender Honda Marine con motore ausiliario (partner dell’evento), strumentazione elettronica Humminbird (3 strumenti Helix), canna da pesca AB1 by Italo Busi, mulinelli ed attrezzature varie offerti da blasonati marchi. Insomma premi importanti oltre ovviamente a piatti ricordo. Alla fine, sul podio più alto è salito l’equipaggio Letale Boom Tuna composto da: Andrea Setti, Massimo Silvestri, Cristian Tosti e Federica Davidegro che hanno realizzato 3 strike oltre ad uno con rottura, totalizzando 3.000 punti. Secondi si sono classificati con 2.900 punti risultato di due strike, Patrizio Mastropietro, Daniele Fabellini, Simone D’Angelo e Davide Sirica dell’Ansia Tuna Team. Infine terzi, con un solo strike che ha portato loro 2.000 punti, Emiliano Florenzi, Simone Bianchini e Marius Coseru Constantin del X 4 Tuna. Foto, applausi, battute, premi, un pizzico d’invidia per chi è salito sul podio ma tutto nella serenità più totale, con appuntamento alla prossima gara, alla prossima sfida…