Si tratta di una di quelle invenzioni che, da sempre, rendono più comodo il nostro quotidiano. Che si tratti di abitazioni, veicoli o, per rimanere nello specifico di imbarcazioni, la loro presenza offre comfort a tutti. Sono le cuscinerie!
• Luciano Pau
Ci sono cose che ognuno di noi conosce in quanto entrate a far parte della vita quotidiana di ognuno. Cose che quasi nessuno però si chiede come vengano ideate, progettate, costruite. Di cui non si è avvezzi neppure nel conoscere i componenti che portano al risultato finale, di quali siano le differenze tra i vari prodotti in commercio. E questo perché siamo abituati a trovarle “già fatte”. Ma nulla nasce da solo, nulla nasce dal caso. Dietro ad ogni oggetto reperibile sul mercato c’è chi l’ha pensato, chi ci ha creduto, chi ha investito denaro per progettarlo, che ha acquistato macchinari per lavorarlo, che ha assunto persone per renderlo “di gradimento” al pubblico e ciò che si potrà acquistare. Ed è questo che, alla fine di tutto il processo, rende un prodotto diverso dagli altri. Ho pensato di mettere sotto i riflettori di FBM un accessorio, anche se tale termine mi pare pure riduttivo, in quanto accessorio è un qualche cosa di cui si può anche fare a meno, mentre in questo caso è praticamente impossibile non averlo. Vi voglio presentare la “cuscineria”. Grazie alla collaborazione fornitami da un’azienda giovane, ma già leader del settore, la MDU ATELIER di Milano, ho avuto modo di vedere e capire tutti quei passaggi che portano al risultato finale. Ma soprattutto ho capito come la creatività possa dar vita alla customizzazione di un prodotto, per renderlo unico, e come sapienti mani, affiancate da moderni macchinari, possano fare davvero la differenza.
Le necessità a bordo
L’argomento è ovviamente molto ampio ma, essendo il nostro un web-magazine dedicato alla nautica, ho pensato di focalizzare l’argomento su questo impiego specifico. Bene, cominciamo da qui. Che si tratti di barca in vetroresina o di un gommone, di un super yacht o di uno yacht, di un open o di un cabinato, di un’unità da diporto destinata alla crociera o alla pesca, i cuscini, in numero maggiore o minore a seconda della destinazione d’uso e alle misure dell’unità stessa, sono praticamente onnipresenti. Che siano cuscini o schienali per le sedute di pilotaggio, o prendisole prodieri o poppieri o per il fly, o ancora per interni dei cabinati, le cuscinerie in genere, sono ciò che rendono la navigazione confortevole. Ma sono tutte uguali? Direi proprio di no, e non solo per la loro colorazione, pur rimanendo questo uno degli aspetti subito più evidenti.
Al fine di ottenere una loro maggior durata nel tempo, oltre che una piena efficienza durante la loro vita, è importante conoscere alcune cose che riguardano i materiali con cui dovrebbero essere realizzate. E per scegliere bene è importante conoscere le problematiche a cui possono essere maggiormente soggette, proprio perchè, prendendo in prestito la famosa frase coniata dal medico italiano Bernardino Ramazzini: “prevenire è meglio che “curare”.
Per interni o per esterni, che cosa cambia
Cominciamo intanto con il dire, anche se può sembrare pleonastico, che tutti i materiali ed accessori da impiegare per uso nautico “dovrebbero” avere caratteristiche specifiche, come la resistenza agli agenti atmosferici (sole, salsedine in primis), a solventi, dovrebbero essere impermeabili e non dovrebbero perdere colore. Uso volutamente il condizionale perché non sempre, purtroppo, tutto ciò è riscontrabile. Spesso il costo di alcune materie prime scoraggia taluni produttori, i quali si riducono ad usare prodotti all’apparenza simili, ma in pratica no. Per capirne di più cominciamo a scindere i prodotti da usare in ambienti interni, da quelli da usare all’esterno. A tal proposito è bene subito sottolineare che, se è possibile utilizzare imbottiture e tessuti nati per impiego esterno anche negli interni, altrettanto non è sempre possibile fare nel caso contrario. Ad esempio, tessuti come il cotone, l’alcantara, o la simil alcantara (microfibre), vanno benissimo in un interno, ma non sono impermeabili ed usati all’esterno potrebbero impregnarsi di acqua. Per la realizzazione di cuscinerie esterne il materiale principe è lo skay nautico. Si tratta di un materiale composto in parte da pvc plastificato con una piccola percentuale di poliammide. Produce un piacevole effetto al tatto, in molti casi simile a quello prodotto dal pellame, ha una buona resistenza alla luce, è impermeabile, autoestinguente ed è facile da pulire come vedremo successivamente in un apposito box dedicato alla manutenzione. Per contro, col tempo, rischia di “spellarsi” e rovinarsi, perdendo gran parte della sua bellezza. Però, d’altronde, nulla è eterno!
I problemi principali dei tessuti:
Tra i problemi da prevenire in fase di scelta di una cuscineria possiamo evidenziare i seguenti:
- Impermeabilità
- Scolorimento
- Resistenza ai solventi
- Reazione al calore
- Pulizia
Per quanto concerne l’impermeabilità, può sembrare scontato parlando di tessuti da usare all’esterno ed in ambiente acqueo, ma non lo è, credetemi. Esistono infatti dei tessuti che hanno un grado di resistenza all’acqua, altri meno. MDU ATELIER pone ad esempio molta attenzione alla scelta dei materiali, proprio al fine di tutelare i clienti e la sua stessa immagine. Materiali non all’altezza di garantire un risultato finale di alto profilo sono stati banditi sin dall’apertura di questa realtà artigianale.
Un altro problema che si può manifestare con materiali non di primissima qualità, è la perdita di colore o scolorimento. Così non è raro d’estate, complice l’umidità dell’ambiente in cui operano, del sudore, o semplicemente di una “non asciugatura” post bagno, vedere costumi da bagno o l’epidermide stessa chiazzarsi del colore delle cuscinerie, e le cuscinerie schiarirsi nei punti corrispondenti. Sono entrambe brutte sensazioni da vivere ma, tra le due, forse la peggiore è proprio quella del segno indelebile che rimane sulla cuscineria. Alcuni clienti poi, essendo abituati a pulire le proprie imbarcazioni e, di conseguenza, anche le cuscinerie, con prodotti a base di solventi, chiedono espressamente l’impiego di tessuti resistenti proprio ai solventi. Si tratta di tessuti particolari che, pertanto, vanno espressamente richiesti durante la fase di trattativa con il tappezziere. La conseguenza principale derivante dall’impiego di un tessuto non conforme, si può tradurre visivamente ed al tatto o con un “indurimento” del tessuto quasi a sembrare cartone, o con un “eccessivo ammorbidimento” dello stesso, che diventa più soggetto a trazioni, allungamenti e possibili conseguenti rotture.
Un comun denominatore che accomuna comunque problemi riscontrabili su quasi tutti i tessuti è la mancanza di corretta pulizia. Spesso si tende a sottovalutare l’aggressività della salsedine, ma anche solo dell’umidità. Considerando che i tessuti sono cuciti e che presentano delle cerniere per il loro smontaggio, occorre considerare proprio questi punti come “critici”. Attraverso i minuscoli fori attraverso i quali passa il filo di cucitura o le trame di una cerniera, infatti, può infiltrarsi anche un po’ di umidità e di sale. È pertanto fondamentale, al ritorno da una giornata trascorsa in acqua, sciacquare con acqua dolce sì l’imbarcazione o il gommone, ma anche le cuscinerie, provvedendo poi con uno straccio o una “pelle” ad asciugarne le parti esterne.
Tipi di imbottiture
Ma cosa c’è in una cuscineria oltre al tessuto usato per l’esterno? Bè, la componente morbida, quella che permette di starci comodamente sopra anche per diverse ore, durante la navigazione e non solo quando siamo in sosta. E questa è quella che non si vede. Sto parlando delle imbottiture, quelle comunemente chiamate gomme piume. La loro presenza è fondamentale, così come la loro consistenza, e non solo per un fattore di comfort. Le principali tipologie di imbottiture impiegate sono: la “gomma piuma aperta” o poliuretano espanso, un derivato del petrolio. Viene commercializzato in almeno dieci/dodici densità differenti, e per tale motivo può risultare morbidissima o durissima. La versione “aperta” assorbe l’umidità e se si bagna tende ad assorbire l’acqua come una spugna. Nel caso di “caduta” in acqua di un cuscino realizzato con questo materiale, lo stesso può impregnarsi ed andare a fondo. Un altro materiale, forse tra i più impiegati, è “la cellula chiusa”. Deriva anch’esso dal petrolio, ma è disponibile in un numero inferiore di densità, con una consistenza spesso importante e poca elasticità globale. È un materiale impermeabile e resistente all’umidità, e per questo tra i preferiti per impiego nautico. Se dovesse cadere in acqua pertanto, si potrebbe recuperare con facilità visto che non ha il difetto di affondare in tempi brevi. Resiste inoltre maggiormente alla semplice “umidità” notturna. Ne esiste poi ancora un altro tipo, il Dryfeel, meglio conosciuto come a “cellula totalmente aperta”. Il suo vantaggio è quello di lasciarsi attraversare in modo veloce ed efficace dall’umidità, asciugandosi in tempi brevissimi (fino a 3 volte un’imbottitura tradizionale) garantendo comfort in ogni condizione di “umido”. È un materiale solitamente trattato con dei “biocidi” che distruggono batteri, muffe e funghi. Da evitare invece, sempre, quelle imbottiture che vengono proposte con protezioni di cellophane o coperture in materiali sintetici, in quanto potrebbero “conservare l’umidità” al loro interno, creando condensa e generando muffe e batteri.
Le cuciture, un legame molto importante
Abbiamo detto nei capitoli precedenti che i tessuti, ovviamente, sono cuciti tra loro al fine di realizzare le cuscinerie. Ma quanti e quali tipi di cuciture vengono impiegate nella realizzazione di una cuscineria?
Principalmente tre: Doppia cucitura aperta – Ribattuta – con Profilo.
Per quanto concerne la prima, ossia la Doppia cucitura aperta, è sicuramente quella “esteticamente” più accattivante e bella a vedersi, e per questo usata per i sedili delle autovetture; quella Ribattuta invece, anche chiamata cucitura doppia, è decisamente quella più resistente, in quanto i punti vengono raddoppiati formando due linee parallele. In questo modo i margini del tessuto risultano completamente nascosti all’interno della cucitura stessa, evitando così il loro sfilacciamento. È una tecnica più complicata perché richiede precisione e manualità, ma il risultato e la durata nel tempo appagano; la cucitura con profilo, infine, offre un grado di finitura molto bello, forse esteticamente uno dei più belli, ma oggi è uno dei sistemi meno usati in quanto fa salire in modo importante il prezzo.
La customizzazione, ossia l’arte di “dedicare”…
Con l’avvento della “customizzazione”, o personalizzazione, il mercato dei prodotti artigianali ha allargato i propri orizzonti. E così avviene anche per le cuscinerie. Gli armatori di imbarcazioni, di gommoni, di yacht, puntano d’altronde sempre più sul “distinguersi” gli uni dagli altri. Un po’ per non essere “uno dei tanti” in porto, un po’ per il gusto di dare un tocco personale ed originale ad un bene che, quasi obbligatoriamente, è argomento di confrontazione con tutti gli altri armatori. Così, oltre al colore dello scafo, della carena, degli interni e via discorrendo, con le cuscinerie si ha uno strumento in più per personalizzare al massimo la propria unità da diporto. Oltre al colore dei tessuti, alla tipologia di lavorazione dei tessuti stessi, alle cuciture precedentemente menzionate, si può rendere ancora più “customizzata” la cuscineria aggiungendo ad esempio un nome, un logo, un acronimo. Ed una delle tecniche più in auge per arrivare a questo risultato, oltre al ricamo, è quella del “rilievo a caldo”. Questo viene approntato preparando prima un clichè (stampino) che riproduca appunto il nome o il logo che dovrà comparire sulla cuscineria, nelle dimensioni desiderate. Poi, attraverso l’impiego di una pressa a caldo, che ha lo scopo appunto di scaldare il tessuto rendendolo più morbido e malleabile per poi pressarlo sullo stampino. Raffreddandosi il tessuto manterrà impressa l’immagine o il disegno desiderato, ed il gioco è praticamente fatto!
Bene, direi di concludere qui questa prima parte dedicata alle cuscinerie. In un prossimo articolo parlerò invece di “come nasce una cuscineria”, mettendo in chiaro tutti i passaggi che trasformano un “rotolo di tessuto” in un accessorio bello, ma soprattutto efficace.
Si ringrazia ancora per l’indispensabile collaborazione la MDU Atelier di Milano.
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