Da Formia, proseguendo verso nord, si incontra uno dei tratti di costa più belli, a mia opinione il più bello, della litoranea laziale. Gaeta, litorale di Fondi, Sperlonga, poi la costa bassa di Terracina e più a nord le spiagge del Circeo. Località di grande bellezza ma anche ad alta pescosità
• Mimmo Marfè
Siamo nel tratto di mare definito Tirreno centrale.
Tantissimi i litorali sabbiosi che potremmo incontrare in un viaggio lungo la costa. In questo nostro viaggio virtuale prenderemo in considerazione le spiagge comprese nel territorio di Gaeta, escludendo però la lunga e sottile spiaggia di S. Agostino di Gaeta per la quale riteniamo valga la pena dedicare spazio in un servizio dedicato.
Tratteremo quindi la spiaggia di Serapo inserita nel territorio urbano della cittadina.
La spiaggia di Serapo si estende per circa 1700 metri e ha sue precise peculiarità. Da sola possiede tutto quanto si può chiedere ad una spiaggia da affrontare a surf casting. Serapo era, e speriamo torni presto ad esserlo, una delle poche spiagge che reggeva con acque pulite qualsiasi specie di mareggiate.
Insieme alle sporadiche alghe, altro intoppo è rappresentato dalle ordinanze varie che limitano la pesca dalla spiaggia dal 1 di novembre al 31 marzo.
Il Parco di Monte Orlando a Gaeta
Dalla forma tipicamente tondeggiante il promontorio Monte Orlando è legato a settentrione alla terraferma da un sottile lembo di terra e termina nella parte meridionale con un’alta costa rocciosa caratterizzata da spettacolari falesie.
Nel territorio di Monte Orlando c’è un’area marina protetta gestita dall’Ente Parco Regionale Riviera di Ulisse insieme alle aree del Parco Regionale Suburbano di Gianola e Monte di Scauri e del Monumento Naturale di Sperlonga.
La spiaggia di Serapo
Parte da sud con confine monte Orlando, fino alle rocce della nave di Serapo, che rappresenta il confine settentrionale. Ci sono sabbie finissime solcate da qualche ampio canalone e corrispondenti punte. Profondità davvero risibile in mare, a distanza di lancio estremo, diciamo 150 metri; solo in qualche buca si raggiungono i due metri di profondità. Ostacoli permanenti in acqua praticamente nessuno, tranne ovviamente qualche corda o altri materiali solidi trasportati dalle correnti.
Stando in spiaggia e guardando il mare, noteremo che al tramonto il sole scende lateralmente alla nostra spalla destra. Davanti a noi sud – sud est pieno, una delle migliori esposizioni in assoluto per il Tirreno centrale.
Spiaggia che richiede ottima tecnica a causa della scarsa profondità che costringe a pescare quasi sempre a lunghissima distanza. A Serapo non si hanno influenze dovute a sbocchi di acqua dolce. A sud c’è il Garigliano, ma quasi a 20 chilometri verso sud mentre a nord, prima della foce di lago Lungo, nessuno sbocco significativo.
La stagione delle onde surf
Questa inizia in pratica con le prime mareggiate di ottobre, buona accostata di saraghi, e prosegue fino agli inizi della primavera. I saraghi, con mare mosso sono quasi sempre presenti, visto che il tratto sabbioso è ben circondato da formazioni rocciose. Agli inizi della primavera è stata catturata qualche ombrina davvero notevole, in mareggiata a componente meridionale e nella zona di minore turbolenza ma, spesso, saranno esemplari di taglia inferiore.
I venti che creano ottimi impianti da surf casting classico sono quelli che partono da est e arrivano a libeccio. Quando nella rotazione anticiclonica il vento arriva a spirare prima da ponente e poi da maestrale a personale opinione accade che le correnti sbattono sulle pareti di monte Orlando e creano correnti riflesse che chiudono il fondo rendendolo sterile. Diverso il comportamento dei venti da est sud-est e da sud che riescono ad aprire bene il fondo mettendo in pascolo oltre alle spigole anche bellissime orate anche in pieno inverno. Poi durante la stagione mite c’è un ottimo pascolo di mormore, ma anche di orate grosse, solo che con i divieti in atto diventa impossibile pescare. Durante il periodo freddo non mancano comunque le mormore.
Venti e comportamenti
In teoria le mareggiate prodotte da tutti i venti oscillanti da est, fino a maestrale, dovrebbero creare buone condizioni di pesca, ma in pratica non è così e forse un motivo l’abbiamo compreso e racchiuso nelle correnti riflesse create dal contrafforte roccioso che chiude la spiaggia a sud.
Il Levante: magari nessuno ci prova ma quando soffia con intensità superiore ai 20 nodi si crea un moto ondoso riflesso che si vede in mare con 4 o 5 linee di frangenza abbastanza esterne. Il pesce, le spigole principalmente, saranno in pascolo, ma mai al di qua del frangente di terra. Nelle altre condizioni positive avremo un pascolo di saraghi verso terra, di spigole anche grosse a distanze abbastanza ravvicinate ma i grossi saraghi, le grosse orate e raramente bellissime ombrine, mangiano nelle zone esterne alla frangenza, a distanze davvero impegnative. Comunque l’ombrina è presente ma non in concentrazioni tali da giustificarne una specifica ricerca.
A fondo chiuso o quasi, c’è poco da sperare. La cosa l’abbiamo constatata negli anni. Classificheremo la spiaggia, a mare mosso, come fertile con le mareggiate comprese tra sud-est e sud sud-ovest, con il massimo del rendimento con vento da sud.
La bella stagione
Partiamo dal facile. Durante la stagione mite, diciamo da aprile a novembre, l’accostata di mormore è buona. In queste circostanze le esche da utilizzare sono due: la solita ma efficace arenicola e piccoli bibi, che però oltre alle orate attirano l’attenzione di qualche grossa mormora. Un bel po’ di anni addietro Serapo era la spiaggia dei rombi, poi questi si sono rarefatti fino a diventare rarissimi anche se qualcuno, sporadicamente, di buona taglia, esce fuori specie però innescando sardina. Nella stagione in questione più o meno un posto vale l’altro, magari si dovrà riuscire a distinguere qualche zona di blu più intenso a segnalare qualche buca.
Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.