Superato il capo di Posillipo, al largo di Nisida, stagionalmente c’è il transito di numerosi branchi di tonni di dimensioni consistenti, con taglie massime prossime ai cento chilogrammi
• Mimmo Marfè
Predoni e bracconieri: ci è capitato di raggiungere l’approdo di Nisida per un’uscita a bolentino. Era il mese di maggio quindi di interdizione per la pesca al #tonno. Abbiamo notato alcune imbarcazioni armate per la specifica pesca. Ovviamente si trattava di bracconieri provenienti anche da regioni abbastanza lontane. Controlli??? Zero!!!
Durante il periodo di interdizione al tonno sulla batimetrica media di meno quaranta, avremo ottime chance sempre a drifting di catturare belle palamite. Nella stessa zona, a bolentino, utilizzando quale esca non solo sardine ma la ben presente alice, sarà possibile realizzare copiosi carnieri di sgombri.
A sei miglia dal vicino capo di Miseno, abbiamo un altro punto caldo per il tonno rosso sempre pescando a drifting.
Qui troviamo una zona estesa per circa 2 miglia con fondali di 160 metri verso Penta Palummo e 200 metri verso il Pampano, parallela alle stesse secche e a distanza di circa un miglio e mezzo.
In zona, orientativamente da fine giugno fino ad ottobre c’è il passaggio di tonni al seguito di branchi di pesce azzurro. Ovviamente potremo operare solo nel periodo consentito.
Bolentino leggero
Tra Nisida e il porto di Pozzuoli, parallela a via Napoli con riferimento l’Accademia Aeronautica, è molto praticato il bolentino medio leggero. A circa 1.5 miglia dal porto di Pozzuoli, sulla batimetria dei -40 metri potremo pescare #fragolini di media taglia e andando più verso terra, su un fondo tra i 30 e i 25 metri, incontreremo qualche #sarago e, più sollevati dal fondo, #pagelli bastardi. Alle stesse quote dei saraghi non mancherà qualche #orata.
Sul banco di Nisida troveremo ancora fragolini e di qui spostandoci di circa tre miglia verso est, potremo tentare la pesca degli #occhioni di media taglia
Ulteriore zona da bolentino si trova sotto la costa di Bacoli. Qui sono fitti gli allevamenti di cozze (all’interno dei quali è vietato pescare) ma orate e saraghi non mancano e mangiano particolarmente proprio su inneschi di cozza comprensiva di valva e pochissimo piombo posto all’interno delle valve. Innescando invece vermi marini e in particolare arenicola non mancheranno catture di #mormore.
Traina costiera con artificiali
Il periodo migliore è tra settembre e dicembre e le poste più proficue sono il banco di Miseno, la secca di Penta Palummo e la secca 101 che si trova a circa 2 miglia e mezza da Penta Palummo navigando in direzione Ischia. Qui si catturano #lampughe, #palamite, #occhiate, sgombri e lecce stella. Durante i giorni nei quali i pesci mostrano inappetenza, l’ alternativa potremo trovarla sulle scadute delle secche tra porto Paone e Punta del Cavallo a Nisida: qui la presenza di palamite è accertata anche durante la fase più rigida dell’inverno. Per la traina alla spigola è molto battuta la fascia d’acqua litoranea che dal quartiere napoletano di Bagnoli porta al porto di Pozzuoli.
Pescando invece con il vivo, è la ricciola la preda più ambita, e da queste parti l’esca che sembra meglio funzionare è il calamaro vivo. Poi spesso capiterà che invece della #ricciola sarà la #leccia amia e, specie negli ultimi anni, potranno susseguirsi attacchi di pesci #serra specie se l’azione sarà svolta abbastanza vicino alla costa.
Fin quando decidiamo di improntare le nostre uscite a traina con artificiali o con esche naturali a bolentino o ancora a tecniche verticali, i problemi da affrontare saranno davvero pochissimi. Il problema nasce quando decidiamo di utilizzare esche vive, siano esse calamari, seppie o altri pesci foraggio. Per i cefalopodi c’è poca scelta: uscire che è ancora buio e su poste collaudate cercare di fare il pieno di calamari. Quando invece decideremo di trainare un pesce vivo, esistono diversi sistemi di cattura: tra i più efficaci e rapidi c’è sicuramente la pesca con i sabiki che, nelle acque del golfo, consentiranno catture di #sugarelli, #boghe, ma anche #sgombri e altri pesci utili all’innesco. Diverso invece il sistema per la cattura delle #aguglie per le quali dovremo approntare sistemi specifici di traina ultralight utilizzando la #maciuda o il #coreano quali esche.
Le quattro secche a bolentino
Avendo quale riferimento lo scoglio di Punta Pennata tra Bacoli e Miseno riferiamo ulteriori opportunità a bolentino.
A circa 5 miglia direzione Est Sud/Est al Pampano, oltre ai soliti fragolini ci sono buone opportunità di allamare belle #gallinelle e #musdee di notevoli dimensioni. A fondo innescando sardine avremo discrete chance di catturare #pagri e lo stesso pesce sarà insidiabile sia con kabura che vertical jigging.
Ancorandoci sul banco di Miseno, a circa due miglia direzione sud, sulla cigliata marcata a -40 metri non mancheranno catture di #scorfani.
Dallo stesso punto di partenza, a circa tre miglia, arriveremo a Penta Palummo con i fragolini di maggiore taglia della zona oltre a più sporadiche orate.
Alla secca 101 iniziamo a trovare maggiori profondità e qui non manca qualche bel #San Pietro, qualche #tanuta e grossi #pesci sciabola.
Pescando sulla stessa secca potremo provare sempre a jigging o inchiku. Sarà spesso ancora il San Pietro ad abboccare ma, a light jigging, sulle poste meno profonde, da qualche anno ad abboccare sono pesci #balestra di buona taglia e pagri di taglia intorno al chilogrammo.
#pescadallabarca #surfcasting #Napoli #fishingboat #trainacostiera #tecnichedipesca #tanuta #orata #pescisciabola #musdee #coreano #kabura #tonni #drifting #verticaljigging #sugarello #sabiki #lampuga #palamita #lecciastella #sgombro #fragolino #sarago #occhione
Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.