Inizia marzo, un mese che si porta appresso la coda dell’inverno ma che fa cominciare a pensare alla primavera ed ovviamente all’estate, non più così lontana.

È il momento dunque di fare alcune riflessioni su quanto accaduto l’estate scorsa e post Genova per prepararci al meglio all 2025.

Con Decreto del 17 settembre 2024 n. 133, sono entrate in vigore dal 19 ottobre 2024 delle modifiche al Decreto datato 29 luglio 2008 n. 146, che include anche il Codice della Nautica da Diporto. Tra gli articoli in esso contenuto merita menzione l’art. 28, riguardante le nuove Patenti nautiche di categoria D, ossia le patenti di categorie speciali. Si tratta di una licenza nuova che prende in considerazione i giovani. Per quanto concerne le patenti di categoria D1, potranno essere rilasciate a soggetti con età di almeno 16 anni e valida fino a 18 anni, che però potranno navigare solo di giorno e al comando di natanti o imbarcazioni da diporto di lunghezza massima di 12 metri, entro le 6 miglia dalla costa oppure, se trattasi di moto d’acqua, entro 1 miglio dalla costa. Altri vincoli sono legati alla potenza di motore installabile. Le patenti D2 invece riguarderanno i giovani che hanno compiuto il 18° anno di età, e prevede un esame più completo. Vi invito a leggere nel dettaglio il decreto qualora interessati ad approfondire l’argomento.

Altro punto interessante è l’art. 83 del nuovo Decreto che sancisce divieto di superare gli 8 nodi di velocità entro i 500 metri di distanza dalla costa, da scogliere frangiflutto, dal limite esterno dell’imboccatura dei porti, di approdi e di punti di ormeggio, salvo diverse disposizioni emanate dalle Autorità locali. All’interno di porti, baie e rade, tale limite scende a 3 nodi. Entro i 500 metri è fatto inoltre divieto alle unità da diporto in sosta, in transito ed all’ancora, di produrre rumori molesti.

Variazioni ed aggiornamenti anche sui mezzi di salvataggio da tenere a bordo, alcuni dei quali ora, in particolare per la navigazione entro le 3 o le 6 miglia, come ad esempio il tender può ora essere impiegato come sostitutivo della zattera, bypassando l’onerosa revisione periodica, ma dovrà essere completo di kit di sopravvivenza (come per le zattere), di dispositivo di risalita, essere pronto all’uso (quindi non sgonfio a bordo) ed in grado di trasportare tutte le persone imbarcate, equipaggio compreso. I razzi dovranno essere presenti in misura ridotta, la bussola elettronica potrà sostituire quella magnetica.

Leggendo questi articoli del Decreto mi è però venuta voglia di fare qualche riflessione a voce alta. In particolare sulle nuove patenti nautiche per i minori e sui comportamenti da tenere in acqua. E ciò dopo l’ennesima estate trascorsa a leggere e vedere che la stupidità e l’impreparazione di tanti non ha limiti, con unità da diporto che corrono impazzite, senza più i comandanti a bordo sbalzati in acqua, o la navigazione senza rispetto nei confronti dei sub e delle distanze imposte per legge per l’altrui sicurezza. O ancora per ancoraggi effettuati a prova di “ridicolaggine”, per abbordaggi nei confronti di imbarcazioni all’ormeggio o all’ancora da parte di “incapaci” a condurre, o vere e proprie “discoteche naviganti” che, fregandosene del rispetto altrui, arrivano nelle baie sparando decibel eruttati da potenti impianti stereo, accompagnati da urla e canti di chi, altrettanto menefreghista, vuole sentirsi padrone del mondo solo perché ha noleggiato un’imbarcazione. Mi chiedo: perché tutto questo? A cosa servono le norme esistenti e quelle aggiornate se: 1° non vengono assimilate, imparate e rispettate; 2° perchè non c’è nessuno che le fa rispettare.

L’Italia è il Paese della burocrazia, della normativa, delle leggi. Ma il nocciolo duro qual è? Che nessuno le fa rispettare, o meglio, che coloro che dovrebbero farle rispettare sono in numero insufficiente per monitorare ampi spazi come il mare con i suoi 8.000 chilometri di coste e le acque interne che circondano il nostro bellissimo Paese. E se poi anche qualcuno interviene e riesce a cogliere qualcuno in fallo, le punizioni inflitte, le sanzioni, non sono così deterrenti. O non lo sono perlomeno per una molteplicità di persone che vanno in mare. Ma avete visto quanti noleggiatori e charter improvvisati spuntano durante il periodo estivo? Sia  per escursioni alle isole ovunque ce ne sia una, per charter di pesca, chi addirittura si sostituisce ai traghetti o aliscafi promuovendo trasporti da/per le isole. Insomma, una molteplicità d’individui raramente in regola, che s’improvvisano esperti di mare, di pesca, di vita, di tutto e che invece, spesso, possono causare disagi se non addirittura creare pericolo per chi si trova a bordo con loro o nelle aree in cui navigano.

Ma ciò che più mi colpisce di tutto questo è che un tempo si navigava a vista e si era più umili, mentre oggi si è dotati di tutta la strumentazione possibile ed immaginabile ma si è a rischio totale… E questo perché? Perchè ci si sente esperti anche quando si è navigato solo una “manciata di ore”…  Altra cosa che mi preoccupa sono i giovani, ossia coloro che da ora potranno navigare da soli acquisendo una licenza D1. La mancanza di senso civico, di educazione e rispetto, non più insegnati soprattutto a casa dai genitori che demandano il tutto alla scuola dimenticando che si tratterebbe di “due educazioni” di diverso aspetto e forma, possono rappresentare un pericolo vero. Figli che si sentono padroni del mondo perché nessuno dice loro che il mondo è di tutti e che la “libertà di ognuno finisce ove comincia quella di qualcun altro”. Voi pensate che una patente nautica rilasciata anche a sedicenni con questo background sia sufficiente a far crescere nuove generazioni di naviganti? Secondo me no, soprattutto se molti di quei candidati ad acquisire questo tipo di patenti saranno gli stessi figli di adulti che non allacciano lo stacco di sicurezza, di coloro che non vogliono imparare ad usare i loro bellissimi strumenti che hanno acquistato, e che non sanno quanto calumo gettare in acqua per garantire la stabilità della propria unità da diporto. Ma tutto ciò è un altro discorso, che chi legifera spesso non sa o non vuole sapere, chi dovrebbe controllare non può farlo e chi dovrebbe punire non vuole farlo…

Buona primavera a tutti!

Luciano Pau

Luciano Pau

Luciano Pau

Giornalista iscritto all’Ordine Interregionale del Lazio e Molise dal 1995, vanta un’esperienza di oltre 35 anni nel mondo della nautica e dello sport, tra cui la pesca, che segue ormai assiduamente da oltre 10 anni. Ha collaborato per vent’anni con alcune delle principali riviste del settore nautico e pesca, occupandosi di test d’imbarcazioni e di gommoni, di articoli tecnici legati alle tematiche nautiche e motoristiche in genere, di elettronica, attrezzature da pesca e seguendo eventi a livello nazionale ed internazionale. Oggi è direttore del web magazine Fishing Boat Magazine ed organizzatore di eventi.

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