Per chi come me, alle assi di una imbarcazione, preferisce la solidità del cemento o di un pontile in legno o la friabilità solida della sabbia.
• Mimmo Marfè
Inutile stare qui a classificare le differenze tra seppie, calamari, totano e magari polpi: si tratta comunque di molluschi dall’ottima resa in tavola e divertenti da pescare.
La loro pesca
Il passaggio dal vecchio sistema di pesca fatto di gabbiette, di pesciolini (tipo ghiozzo) tirati in acqua perché la seppia o il calamaro di turno si attaccassero ad esso, al nuovo, è stato determinato dal massiccio inserimento sul mercato delle totanare.
La facilità di utilizzo e di approvvigionamento di questi artificiali ne ha favorito lo sviluppo, unitamente ad un’ottima resa in termini di pesca. Le prime totanare derivavano da artificiali in legno e sostanzialmente differivano da quelli da spinning per l’uso delle coroncine di spilli o cestelli (unica, doppia o tripla) in sostituzione delle ancorette.
La forma delle totanare riprende la forma del gambero, oppure la forma di pesciolini. La scelta dell’uno o dell’altro sarà frutto dei gusti del momento degli eventuali cefalopodi.
Diverse abitudini
Le abitudini del calamaro e della seppia sono diverse, anche se vivono negli stessi ambienti.
I calamari si avvicinano alla costa in autunno con il raffreddamento dell’acqua. Le prime catture generalmente avverranno pescandoli dalla barca, poi di seguito sarà anche il momento dai pescatori da riva.
Insenature, piccole baie rocciose e profonde, dighe e bacini: questi i luoghi da scegliere privilegiando le zone di ingresso ed i suoi immediati dintorni. I calamari transitano da queste “porte” al tramonto per cacciare in acque calme, al riparo dai predatori.
Si muovono in branco, nuotando staccati dal fondo alla ricerca del foraggio; la seppia invece vive a contatto col fondo, specialmente sabbioso o fangoso.
Diverse tipi di artificiali
Nella pesca dei calamari e seppie da riva si utilizzano totanare di misura compresa tra 1.5 e 3.5.
Queste coprono e imitano le diverse dimensioni del foraggio. C’è da dire che a parità di misura e diversità di azienda si avranno oscillazioni tra pesi e misura. Le più usate sono da 2.5 – 3.0.
Le totanare da usare da terra hanno un peso, generalmente in piombo, sotto la testa. In base al peso, le case produttrici danno un grado di affondamento diverso.
Nel caso si cercassero le seppie, bisognerà pescare restando attaccati al fondo il più possibile, anche se poi il mollusco è capace di alzarsi dal fondo e seguire l’esca per diversi metri.
La seppia rispetto al calamaro ha una maggiore propensione all’avvicinamento alla costa anche durante le ore diurne.
Le totanare con colori prevalenti arancio, rosa, verde e nero, rendono quasi sempre, ma bisogna averne una buona scorta per poterne provare l’efficacia, variando colore e magari forma.
Una canna dedicata con cima che non strappi i tentacoli, un mulinello caricato con treccia mediamente dello 0,12 mm e un leader lungo la metà della canna a cui sarà legato un largo moschettone, saranno la semplice ma funzionale attrezzatura.
Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.