Tra le esche che abbiamo avuto occasione di utilizzare trova un posto di rilievo il bibi. Genericamente viene definito un verme.
• M. Marfè
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Il bibi -sipinculo nudo- è un “verme” appartenente alla famiglia degli Sipinculidi. Il termine vermi è generico ed usato per organismi che si presentano simili con un corpo allungato e flessibile.
Essi vivono infossati nei sedimenti, per lo più fangosi o sabbiosi. Nonostante questo possiamo trovare l’animale emergere dal fondale o dal sedimento, con un piccolo ciuffo di tentacoli che altro non è che la parte terminale della proboscide. Il corpo è cilindrico, con un rivestimento esterno poco colorato, duro e coriaceo; la proboscide, utile per sondare l’immediato territorio, può essere in parte introflessa. Alcune specie di sipinculidi hanno la possibilità di perforare con apposito acido, rocce calcaree.
Il Bibi è presente in esemplari da 5 a 25 centimetri di lunghezza e di diametro da 1 a 4 cm. Viene venduto in scatolette di plastica accompagnati da spugna sintetica per mantenerne l’umidità ma è possibile comprarlo anche a peso nella varietà definita Bibi di Chioggia o da coffa. In frigo si conserva per lunghi periodi a temperature medio basse per cui per la pesca estiva occorre munirsi di un frigo portatile o di un box coibentato.
A pesca
Dopo queste brevi note vediamo il suo uso in pesca.
E’ un’esca quattro stagioni ma, a secondo di queste ultime, cambia la tipologia di pesce che potremo insidiare.
Nella stagione calda, a secondo delle zone, è una delle esche maggiormente utilizzate per la pesca alle #orate. Rispetto a esche più morbide, tipo arenicola o lo stesso verme americano, ha una maggiore resistenza ai parassiti marini, granchietti e pescetti vari.
In questo caso l’amo da utilizzare sarà proporzionato alle dimensioni del bibi, passando da ami del numero 6, per quello di minori dimensioni, fino a numerazioni intorno al numero 2. L’amo che maggiormente resiste alla masticazione delle mascelle dell’orata è di tipo beak… ma qualche volta!
Gli inneschi di bibi di piccole dimensioni spesso attiva la mangiata delle #mormore che generalmente saranno di buona taglia.
Durante la stagione umida e fredda cambia un poco lo scenario.
In scaduta di mareggiata potrà sicuramente favorire l’abboccata delle orate, ovviamente su quei fondali colonizzati da questo sparide.
Se proprio dovessimo però identificare un pesce che durante questo tipo di stagione e durante fasi costanti o in discesa (ma non troppo) della mareggiata, predilige su tutti il bibi, allora dovremo parlare di #saraghi.
È capitato che in serate particolarmente favorevoli ad ogni bibi corrispondesse la cattura di un bel sarago, e quando le mangiate arrivano sulla parte esterna dell’apparato boccale, allora su uno stesso innesco potrà verificarsi più di una cattura.
Uno dei problemi che potrebbe presentarsi, è di un pascolo abbastanza esterno, per cui bibi di buona dimensione potrebbero, sfarfallando, produrre un discreto attrito nel lancio. Un bait clip potrebbe aiutare nella risoluzione del problema.
Altra indicazione da non sottovalutare è quella di non disdegnare l’utilizzo di bibi svuotati e ridotti quasi a un cencio; spesso l’abboccata avviene proprio in queste condizioni.
Un altro pesce molto sensibile al bibi, nonostante pochi ci provino, è la #spigola.
In questo caso la distanza non sarà pregiudiziale, ma un grosso bibi lanciato anche a breve distanza tra un cavo d’onda o in qualche buca anche a cortissima distanza, potrà stuzzicare non poco qualche grossa spigola.
Ma forse ancor più dell’orata sul bibi arrivano, nelle zone dove sono presenti, grosse #ombrine.
Generalmente prediligono grossi inneschi con il conseguente problema dovuto all’attrito frenante durante il lancio.
Un diverso utilizzo del bibi prevede il suo uso rovesciato, ossia con la parte viscerale portata all’esterno. Quelli più grossi possono essere aperti e utilizzati creando dei cilindretti da rassodare e chiudere con filo elastico: funziona, credetemi! In serate in cui il pesce sembra totalmente inappetente questi piccoli inneschi funzioneranno alla grande e anche per saraghi che nuotano tra le correnti di una mareggiata, inneschi di piccole dimensioni potranno favorire la loro abboccata che spesso sarà fulminea.
In caso di mancato utilizzo, i residui bibi potrebbero anche essere congelati, l’efficacia non sarà di quelli freschi ma se fatti decongelare in modo naturale e innescati come dicevamo “rovesciati” avranno una resa più che buona.
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Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.