La pesca è bella perché è varia, anche se, e ripetiamo volutamente anche se, volendo far rendere al massimo la nostra tecnica dobbiamo per forza di cose praticarla presso una secca, qualunque essa sia e ovunque essa si trovi.
• Gian Luca Magri
La secca è un po’ la roccaforte di moltissime specie di pesci dai gusti più disparati. Un vero e proprio ecosistema completamente autonomo e autosufficiente.
La professionalità, la carta vincente di un pescasportivo, è quella di saper ben decifrare il fondo presente, immedesimandosi perchè no, in una bella orata per scoprire dove e quando e cosa mangiare. La differenza tra un bravo pescatore e una “schiappa”, detto in senso bonario, è la conoscenza delle abitudini del pesce, se sappiamo come si comporta sappiamo come insidiarlo. Ma veniamo a noi pescatori a cui capita spesso di parlare di posti ottimi per la pesca ma, per una ragione o per l’altra, non si riesce mai ad andarci. Le ragioni sono tante, magari uno non ha proprio tanto tempo libero per dedicare una giornata intera alla pesca oppure, perché no, gli mancano i mezzi, soprattutto se si tratta di pesca dalla barca. Qui, è indubbio, se manca il natante… ciccia, ma visto che oggi nei porti non mancano agenzie, privati e affini che noleggiano le imbarcazioni, perché non approfittarne? Certo, affittare un’imbarcazione costa ma se a farlo sono più persone che dividono i quattrini necessari al noleggio e per le esche, per una giornata si viene a spendere una cifra abbordabile, se poi la destinazione è una bella e pescosa secca, in questo caso del Tirreno, vale la pena organizzare l’uscita… almeno una volta ogni tanto si può anche fare, soprattutto se siamo sicuri di portare a casa bei pesci!
Splendida e pescosa – La secca di Mezzo Canale
Le secche sono molte, moltissime, e situate nei meandri più disparati ma, nel nostro caso specifico, ci è piaciuto prendere in esame una delle secche più redditizie e pescose, ovvero la secca di Mezzo Canale, una delle più importanti e redditizie dell’Arcipelago Toscano, da non confondersi con l’omonima ma forse più conosciuta secca tra l’Isola d’Elba e Pianosa. La nostra destinazione, infatti, deve il nome al fatto di essere più o meno al centro del canale di Piombino, il braccio di mare che divide la costa dall’Isola d’Elba: in pratica la secca di Mezzo Canale sta al centro di un ipotetico triangolo che ha ai vertici il promontorio dell’Argentario, l’Isola di Giannutri e quella del Giglio. La secca è splendida, pescosa, sempre percorsa da correnti marine e offre varie alternative al pescatore che intende affrontarla: si può, infatti pescare a traina con il vivo alla ricerca di grossi dentici e discrete ricciole, a light drifting per orate, lanzardi, tanute, saraghi, occhiate, palamite e perché no, grosse tracine Drago che orbitano minacciose a bordo secca, nel pianolo di macciotto. Ultimamente la secca ha dato grosse soddisfazioni anche a chi pesca a vertical jigging con segnalazione di catture di belle ricciole e alcuni dentici.
Corrente perenne
La secca è ad appena 2,5 miglia dalla costa e si erge maestosa in mezzo ad un ampio pianoro di fango e maciotto ad una profondità media tra i 35 e i 40 metri. Il cappello arriva fino a 18 metri dalla superficie ed è visibile nei giorni in cui soffia il vento di terra, nel nostro caso da nord nord-est, rendendo le acque cristalline. Il fatto che questa secca, come del resto un po’ tutte le secche, sia perennemente lambita dalla corrente marina, fa sì che il pesce sia apprezzato per il particolare sapore delle carni, dovuto sicuramente all’abbondanza e alla varietà di cibo trasportato dalle correnti. Comunque, la secca di Mezzo Canale, anche se a pochissime miglia dalla costa, è sempre in mare aperto e non ci sono ridossi raggiungibili in caso di emergenza, quindi andiamoci solo se le condizioni meteo sono buone. Inutile rischiare per portare a casa qualche pesce pensando che se il tempo è inclemente non ci sono altri pescatori in zona e il carniere si riempie di più: la secca è veramente pescosa e se affrontata bene regala tante, belle prede. Arrivarci è facile, basta impostare il Gps sulle coordinate 43°53’410”N, 10°28’892”E e in poco tempo siamo sull’obiettivo.
La secca di Mezzo Canale è generosa tutto l’anno, in grado di regalarci sempre magiche emozioni e si apre a “polpo” sul fondale. Immaginiamo le sue creste come i tentacoli di un immaginario animale sul fondo che si dirigono verso Piombino, mentre il resto del corpo va verso l’isolotto di Palmaiola. Le creste sono l’ideale per pescare a fondo alla ricerca di belle orate, sia a bolentino sia con il piombo a scorrere. In quest’ultimo caso è meglio il piombo a perdere, vista la facilità di incaglio. Le esche da utilizzare per questa tecnica sono la sardina, i vari vermi come la tremolina o l’americano, granchio e bibi e in caso di presenza di voraci tanutelle il filetto di totano, preventivamente spellato e battuto. In tutti i casi la pasturazione dovrà essere effettuata con la sarda spezzettata e con l’ausilio di un pasturatore a sgancio che ci permetterà di portare la pastura direttamente sul fondo.
Nella seconda parte di questo articolo prenderemo in esame le prede, i periodi migliori, le tecniche, le attrezzature e vi darò anche qualche consiglio sulla pasturazione.
A prestissimo…