Hot nel senso letterale del termine: caldo.
Dopo decenni di sottili polemiche spesso del tutto inutili, sarebbe ora di smetterla con alcuni bizantinismi. Il surf casting ovunque sia praticato si connota per l’azione di pesca che avviene attraverso il lancio di zavorra ed esca sul fondo.
• Mimmo Marfè
Che in Mediterraneo la presenza di onde e mareggiata durante la stagione fredda favoriscano il pascolo di molti pesci è un dato inconfutabile, ma anche da noi predatori medi come lecce amia o pesci serra, grossi grufolatori come le orate, sono pescati durante la stagione calda e nulla rende la loro cattura meno problematica di qualche sarago da 4 o 5 etti o di una spigola di qualche chilo pescata in mareggiata.
La stagione calda è la migliore per pescare l’orata dalla spiaggia. Molte le esche dedicate, dalle fragili ma molto appetite come l’arenicola, a quelle toste e molto selettive come il murice sgusciato.
Un menù che le orate più grosse trovano assolutamente irresistibile è rappresentato dal granchio, spesso sinonimo di “..o grosso o cappotto”.
Tanti modi per innescarlo, con uno, due o tre ami, tagliato a metà, ma noi dalla spiaggia abbiamo un problema in più: a meno che non si tratti di spiagge a rapido digrado, la zona di pascolo delle grosse orate non è mai prossima alla battigia e se non siamo molto attenti rischiamo di attendere invano la tocca mentre il nostro granchio o l’abbiamo già perso nel lancio o nell’impatto con l’acqua.
Procurarsi dei granchi da innescare non è complicato. Potremo catturarne al buio tra gli scogli con lampada e retino, oppure con un retino contenente qualche scarto di pesce posto tra gli scogli ma anche in spiaggia ponendo sulla battigia una rete tipo testa di guadino al cui interno porremo qualche pezzo di sarda.
L’innesco
Selezionato il granchio e scelto un amo che sia proporzionato alle dimensioni dell’esca, legheremo questo ad un finale che potrebbe essere masticato insieme al croccante bocconcino. Per questo non scenderei sotto lo 0,28. Stacchiamo le due solite zampette posteriori e in uno dei due fori infileremo l’amo provando a farlo uscire dall’altro foro.
Lanciarlo così, forzando il lancio, provocherebbe la quasi certa perdita del granchio. Allora dopo averlo innescato, provvederemo ad asciugarlo e effettueremo una copiosa legatura con del filo idrosolubile.
Il cannolicchio
Uno dei problemi presente durante il periodo è la presenza di granchi sul fondo. L’esca che viene in nostro soccorso è il cannolicchio innescato completo di valve. Il cannolicchio bianco di dimensioni medie e piccole, possiede delle valve molto tenere che possono già frantumarsi sotto la pressione di indice e pollice. Innescato con due ami al proprio interno e rassodato con del filo elastico in modo tale che la polpa non fuoriesca dalle valve rappresenta un’esca molto gradita sia all’orata ma anche alle mormore.
Altri
Altro pesce che ormai ha colonizzato le acque costiere è la leccia stella. Anche per la stella i momenti migliori coincidono con la pressione alta, con le ore diurne e acque molto chiare. Pregiudiziale per la leccia stella l’uso di flotterini sui braccioli. Con il passare degli anni è aumentata anche notevolmente la taglia media degli esemplari e pesci stella di una quarantina di centimetri non sono più una rarità.
Pesce balestra o pesce porco
I pesci balestra una volta si diceva che in Mediterraneo difficilmente superassero il chilogrammo di peso ma esemplari da 4 o 5 chili sono ormai abbastanza comuni.
Le prime segnalazioni di catture abbastanza significative sono avvenute verso la fine degli anni novanta. Per la personale esperienza essi in quel tempo erano maggiormente presenti sui fondali a grana grossa e mai troppo bassi. Le abboccate avvenivano generalmente su lenze dedicate alla ricerca di mormore o di orate. Spesso si assisteva a brevi recuperi su finali da mormora che si concludevano o con la rottura dei finali o con l’amo spaccato.
Si cattura più facilmente durante le battute dedicate alle orate e quindi con finali di medio spessore e con ami abbastanza robusti specie quando quale esca è utilizzato il bibi o strisce bianchissime di calamaro o seppia.
Non solo ovest
Spesso per maggiore conoscenza i nostri report tendono ad escludere le spiagge poste a nord della costa orientale del Paese. Fino al Conero più o meno i pesci sono gli stessi ma superato il ravennate la questione inizia notevolmente a mutare. Se su numerose spiagge occidentali e meridionali la presenza delle mormore è ormai quasi costante, nelle acque che bagnano il Tri-Veneto la stagionalità è un fattore estremamente determinante. Il periodo delle mormore inizia con il riscaldamento costante delle acque costiere, di orate se ne catturano, ma quasi tutte di piccola taglia forse frutto delle deposizioni effettuate da esemplari adulti provenienti dalla vicina Croazia. Una delle peculiarità è la presenza della passera e del palombo che è presente in modo consistente ma non costante negli anni. Anche qui la stagione calda è sinonimo finalmente di catture quasi certe e proprio dalle spiagge più a nord, quelle friulane in particolare risentono molto più che ad occidente delle correnti di marea.
Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.