Il Mar Mediterraneo è legato alle stagioni dell’anno, vediamone insieme le caratteristiche principali.
• Maurizio Pastacaldi
Il termoclino e le stagioni del Mar Mediterraneo
L’inverno solitamente in Italia è piuttosto freddo, oltre a limitare le uscite ai pescatori, permette di effettuare catture d’esemplari di taglia soprattutto se insidiati in profondità. Con il passare dei mesi ci avviciniamo alla primavera: i venti tiepidi riescono a far appressare alle coste acque ossigenate e ricche di plancton. I pesci escono quindi da uno stadio di anabolismo e catabolismo invernale rallentato ed iniziano lo stadio di frenesia alimentare. In questo periodo però dovremo fare anche i conti con il particolare momento della riproduzione e soprattutto della loro lunaticità nell’alimentazione. In estate invece, il mare si è stabilizzato e l’acqua calda staziona verso l’alto mentre sul fondale si deposita uno strato profondo d’acqua fredda. Le brezze estive provocano spesso correnti fresche in superficie che fanno scendere l’acqua calda verso la zona fredda dando così luogo ad un limite di confine detta appunto “termoclino”. Il termoclino è la fascia d’acqua dove stazionano solitamente i pesci foraggio e di conseguenza vanno a predare i grandi pelagici e in particolare “il tonno”. In autunno con l’abbassarsi della temperatura arriva l’ennesima inversione delle acque. Il clima ed i venti raffreddano la superficie e tutto questo scombussolamento fa cambiare nuovamente la condotta dei pesci. Il termoclino automaticamente scompare e per un tempo limitato, prima dell’arrivo del clima rigido invernale, il Mar Mediterraneo diventa un vero e proprio “hot spot” per la pesca.
Axiom Pro
E’ uno strumento innovativo per chi ama il diporto ma sicuramente l’arma vincente per chi come noi adora la pesca sportiva. Le doti salienti che lo contraddistinguono sul mercato sono:
A) tastiera Hybrid touch.. Possibilità di scegliere tra la semplice interazione dello schermo tattile in stile tablet oppure il sicuro controllo da tastiera… Ideale in caso di mare formato o per chi “come noi” ha spesso le mani sporche di pesce.
B) Sistema operativo Light House… Veloce, fluido e semplice da imparare. L’interfaccia LightHouse 3 è precisa e facile da personalizzare al proprio stile di navigazione.
C) Display a tecnologia Optical Bonding e IPS. I pannelli display di Raymarine con tale tecnologia offrono colori, chiarezza e contrasto realistici in tutte le condizioni di illuminazione. Inoltre Axiom Pro è perfettamente leggibile anche con gli occhiali da sole polarizzati.
D) Riavvolgimento immagini ecoscandaglio. Riavvolgi, metti in pausa e riproduci le immagini registrate dell’ecoscandaglio per dare un’occhiata più da vicino a pesci e strutture per poi tracciare facilmente “waypoint” di nuovi “spot” di pesca o di ancoraggio.
E) RealVision 3D™ Identifica facilmente le strutture e individua il pesce attraverso le immagini realistiche e chiare dell’ecoscandaglio 3D.
F) Ma non per ultimo la nuova chicca di casa Raymarine. Essendo un display multifunzione ha la possibilità d’aver accesso a tante funzioni: dalla telecamera termica, al sistema audio, al controllo radar, al montaggio di video e foto ma … state bene a sentire questa… la possibilità di controllare e vedere le immagini di un drone. La tecnologia abbinata alla moda del momento; AXIOM PRO con una applicazione dedicata potrà interagire con droni DJI d’ultima generazione come lo Spark ed il Mavic…
Nodo del bruco (nodo non nodo)
E’ il nodo ideale per chi desidera una protezione extra nella vicinanza dell’esca; le spire ben serrate oltre ad essere un ammortizzatore naturale limitano l’abrasione dei denti del pesce con un ottimo carico di rottura. Un nodo scoperto da qualche anno in Adriatico per la pesca al tonno ma poi preso in considerazione per tutte le tecniche di pesca dalla barca.
La prima fase consiste nel realizzare 5 spire strette. Con diametri sottili è buon uso utilizzare tra anello e monofilo una redancia. A questo punto si rimontano le spire fatte e si scende verso l’amo con almeno 21 spire strette. Arrivati all’anello di sostegno si inserisce il capo morto nell’asola; s’inumidisce il tutto e con un colpo secco si serra. Tagliamo in capo l’eccedenza e siam pronti. Si consiglia per terminali max. dello 0,70 mm