Quando peschiamo dalla costa utilizzando tecniche a cortissima distanza, tipo bolognese, saremo noi con un’accorta pasturazione a far accostare il pesce presente nei paraggi.
• Mimmo Marfè
Dalla spiaggia, volendo, si potrà utilizzare un pasturatore tirato a fondo. Ma il surf casting e la pesca a fondo dalle spiagge, a torto o ragione, si basa su schemi che escludono l’azione di pasturazione.
Dovranno essere le nostre esche ad essere piazzate laddove prefiguriamo un possibile pascolo. Azione che non sarà frutto del caso, ma derivante da un’attenta valutazione della spiaggia, dalla conoscenza del fondale e dalla stagionalità delle possibili accostate.
Zona di pascolo
La prima delle questioni da affrontare sarà relativa alla presunta zona di pascolo. Questa verrà valutata in base alle nostre capacità, ossia se saremo o meno in grado di centrarla con le nostre esche.
Inoltre alcune piccole regole andranno comunque ricordate: i grufolatori sono soliti radunarsi in avvallamenti, buche o formazioni simili dove è più probabile l’accumulo di cibo.
Pesci pelagici minori, come lecce stella o aguglie, in genere sono maggiormente attivi nei pressi delle creste di banchi sabbiosi. I banchi anche a mare calmo spesso presentano un po’ di schiumetta e questi predatori, sebbene piccoli, usano la minore visibilità per i loro agguati.
C’è però da registrare negli ultimi dieci anni una sempre maggiore presenza di lecce stella che raggiungono taglie di tutto rispetto.
Quante esche
Nella pratica dell’agonismo-spiaggia generalmente si utilizzano travi tri amo. Questo sistema sarà utile con medie distanze di pascolo. Un trave a tre braccioli, tre esche ed eventuali tre flotter, iniziano ad offrire all’aria una resistenza che ne limita il volo. Molto più performante un trave con un solo bracciolo e ancora più se questo poi dovesse viaggiare in modo solidale al trave mediante l’uso di un bait clip.
Dove piazzare dunque la nostra esca? Innanzitutto dovremo scegliere un’opzione: grufolatore o piccolo pelagico? Tirando in una buca la probabilità del grufolatore sarà maggiore ma non è detto che uno o due braccioli resi flottanti non possano attirare l’attenzione della leccia stella o dell’aguglia o, di notte, del grosso sugarello. Viceversa se tireremo l’esca su un banco o cosiddetta secca, formazione che si presenta più dura rispetto alla buca, avremo probabilità del sugarello o della stella ma sarà difficile catturare la mormora o l’orata.
Con l’arrivo delle giornate stabili e soleggiate, nei luoghi dove annualmente è testimoniata la presenza di orate a mare calmo, dovremo prepararci alla eventualità di una o più catture. Di giorno quindi, non escludendo la possibilità di catturare qualche bella mormora anche in diurna, ci attrezzeremo per la più impegnativa orata. Prima che si arrivi alla diffusione estiva di orate in modo quasi uniforme, le spiagge che sembrano essere scelte dal bellissimo sparide sono quelle a digrado abbastanza basso e grana sottile. Forse ciò accade perché i grufolatori come orate e mormore riescono più facilmente a rovistare su un substrato morbido. Poi se questo tipo di spiaggia presenta da qualche parte lo scoglietto isolato dove iniziano a crescere cozze, dove si addensano granchi, allora le probabilità della presenza dell’orata aumentano.
Per le esche opteremo per quelle maggiormente aerodinamiche. Quindi andranno benissimo le arenicole, i piccoli americani o anche polpe di bivalvi tipo cannolicchio, rese solidali al finale e all’amo con qualche spira di sottile filo elastico.
#pescadaterra #surfcasting #esche #baitclip #grufolatori #trave #pelagici