Con la bella stagione il trasporto delle consuete esche risulta spesso problematico, specie se ci allontaniamo per un fine settimana o una breve vacanza: ecco allora alcuni consigli da applicare in loco.
• Mimmo Marfè
Fin quando la meta risulta a poche ore di auto, l’uso di frigo portatili e simili può rappresentare un’ottima soluzione, con la consapevolezza però che la durata di arenicole, o verme americano, o bibi, si ridurrà non di poco a causa delle alte temperature. La soluzione migliore è avere nel giro di pochi chilometri un negozio che quotidianamente abbia disponibile esche fresche.
Ragioniamo però sull’ipotesi peggiore: ossia assenza di rivendite. Le esche alternative utilizzabili per la pesca dalla spiaggia devono possedere alcune caratteristiche, ossia devono essere lanciate senza che si stacchino e devono essere reperibili in quantità sufficienti in tempi relativamente brevi.
La borraccina
E’ una delle esche alternative più facilmente reperibili: se ne troviamo alcuni esemplari dovremo insistere perché non sarà difficile trovarne una quantità tale da utilizzarla per una battuta di pesca. Si trova scavando anche con le mani proprio nella zona di risacca, in coincidenza con la bassa marea. Va innescata su ami sottili, mediamente di numerazione intorno al 10 e risulta molto gradita a mormore ma anche alle orate. Da consigliare l’innesco di esemplari multipli a ciuffetti innescandoli delicatamente solo da un lato e rassodando il tutto con poco filo elastico. Non è un’esca da lanciare con troppa violenza ma a corta distanza risulta efficacissima.
La cozza
Molto diffusa un poco ovunque ci sia in mare qualcosa di solido. Si tratta di un bivalve gustosissimo, anche al palato dei pesci, siano essi grufolatori o umili pescetti di scoglio. Per un buon uso è fondamentale che l’apertura avvenga in modo corretto senza frantumare la polpa. Converrà utilizzare il contenuto di due cozze e inserirli su di un ago da innesco, poi rassodare con filo elastico e passarlo sull’amo, utile a contenerle all’interno di uno dei gusci della cozza stessa. E’ gradita a granchi, polpi, mormore, orate. Chi passa nei suoi dintorni un assaggino lo rischia. Meglio utilizzarla quando la minutaglia è meno insistente. Evitate cotture veloci, bolliture o cose simili, perderebbe gran parte della sua attrattiva. Trattandosi di esche naturali presenti un poco in tutte le acque, se per gli inneschi meno dedicati utilizzeremo ami anch’essi abbastanza generici, quando si tratterà invece dell’innesco della cozza completa di valve o mezza valva, passeremo decisamente a ami di ottima consistenza e tenuta tra cui in particolare i classici beak che all’interno delle polpe saranno ben camuffati. Questo tipo di innesco sarà dedicato a pesci di buona dimensione e la ferrata dovrà avvenire tenendo conto dei tempi di masticazione che, per l’orata, avviene nella parte più esterna dell’apparato boccale.
Tellina
Si possono procurare direttamente sul posto prescelto per la nostra battuta. Si parte dal presupposto che si sia scelta una spiaggia dove ve ne sia presenza. Per poterle catturare bisogna sollevare i primi strati di sabbia presenti nei primi tratti di acqua, queste vivono infatti su fondali sabbiosi da 0 a 2 metri di profondità.
I grufolati, usando l’apparato boccale, smuovono la sabbia alla loro ricerca, essendo spesso coperte e non facili da vedere. Dopo le mareggiate, magari in fase di scaduta, queste restano scoperte e quindi vulnerabili. La loro conchiglia in questo caso rimane molto visibile in acqua e funge da “sentinella” per invogliare i pesci e facilitarli nella loro individuazione. In caso di presenza di orate, quelle di maggiori dimensioni possono essere innescate con il guscio ma, essendo comunque mai di dimensioni consistenti, converrà sgusciarne 4 o 5 e infilzarle con un ago da innesco, rassodarle e passarle infine sull’amo.
Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.