Agli inizi cercando nuove definizioni per la pesca dalla spiaggia, il trave a tre ami più in uso era il cosiddetto standard…
• Mimmo Marfè
Dava la possibilità di utilizzare nelle fasi iniziali di pesca tre esche diverse per comprendere quale fosse la più appetita. Una volta individuata l’esca più funzionale si passava a diversi travi generalmente monoamo o bi-amo.
Configurazioni che all’epoca potevano prevedere anche l’utilizzo di divergenti metallici e braccioli cortissimi.
Quello che presentiamo qui è invece un trave sempre a tre ami, ma da utilizzare in condizioni prevalenti di calma, per cercare il pesce in tre differenti strati d’acqua. Specie durante la stagione mite la ricerca di pesci che si nutrono non necessariamente con il muso nella sabbia è sempre più diffusa e questo sia in gara che nella pesca per diletto.
Come è visionabile dallo schema, l’amo superiore sarà corredato di un corpo galleggiante da circa un centimetro e mezzo e in materiale morbido. Questo verificherà la disponibilità all’abboccata nello strato d’acqua più superficiale, inoltre il materiale morbido da cui sarà composto il piccolo galleggiante favorirà l’attacco all’esca anche delle aguglie.
Il bracciolo centrale sarà anch’esso reso semi galleggiante ma con equilibrio esca – porzione di materiale galleggiante che riesca a mantenere una quota staccata dal fondo ma non troppo alta.
Il terzo bracciolo invece lavorerà sul fondo e se confezionato in sezioni sottili, diciamo dallo 0.18 a scendere, converrà brillare la parte prossima all’amo che sarà coperta dall’esca e risulterà un poco più resistente a eventuali mangiate di granchi.
Il trave complessivamente sarà di lunghezza inferiore ai due metri e quindi lanciabile con buona dote balistica, inoltre converrà confezionarlo di diametro tale che consenta una ricerca anche alle massime distanze da noi gestibili con adeguati piombi.
Molta attenzione verrà posta alla dimensione dell’esca rapportata alle dimensioni del corpo galleggiante: potremmo avere eccessi di galleggiamento o esca comunque affondata per il troppo peso.
Sul bracciolo alto le maggiori probabilità saranno per aguglie e occhiate. Quello intermedio le stesse occhiate e lecce stella, mentre su quello basso tutti i grufolatori.
Il trave potrà essere utilizzato poi anche per collegare un solo bracciolo sul fondo alla ricerca pesci che mangiano in prossimità dello stesso o con due braccioli abbastanza corti per la ricerca di saraghi tra le onde
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Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.