Questo modello intermedio della gamma Fishing di casa Master lo avevamo già provato cinque anni fa a Genova. Ora torniamo sull’argomento con una versione lievemente aggiornata e con qualche hp in meno
• Luciano Pau
Quando si parla di Master Gommoni, si parla di un brand che ha visto le sue origini produttive in Lombardia negli anni ’80, con al “timone” il mitico Pietro Gargiulo affiancato da sua moglie Maria. Erano tempi in cui la nautica, e in particolare la “gommonautica”, stavano vivendo anni d’oro. Anni in cui l’economia era solida, le vacanze estive lunghe e chi amava il mare, spesso non si accontentava più di stare a crogiolarsi sulla battigia. Ambiva ad allontanarsi dalla costa, cercare nuove mete da raggiungere, da visitare, in totale autonomia ed indipendenza. Master fu proprio uno di quei marchi che contribuì all’evoluzione del termine “gommone” convertito prima in “battello pneumatico” e poi “RIB” (acronimo di Rigid Inflatable Boats), creando una flotta di modelli dedicati in gran parte alla navigazione a corto, medio e largo raggio, ma anche per il lavoro e lo sport, tra cui per i diving center. E da appassionati gommonauti, e non solo “produttori” i componenti la famiglia Gargiulo hanno sempre navigato, testando direttamente i propri prodotti, per capire le necessità di chi naviga e anticipare le linee di un mercato in continua evoluzione. La Master Gommoni, dopo la prematura scomparsa di Pietro nel 2019, è ora saldamente nelle mani della figlia, Annalisa Gargiulo. E lei, oltre a essere una “navigatrice” capace di lunghe traversate con mezzi importanti e con condizioni di mare difficili, ha eredito dal papà anche la passione per la pesca.
Al punto di pensare alcuni anni fa alla creazione di una linea di battelli espressamente dedicata agli amanti di questa disciplina. Detto fatto, come in casa Gargiulo è sempre avvenuto, ecco nascere la linea Fishing. Si tratta di RIB che prendono spunto dai modelli cruiser (carena e parte della coperta) ma che godono di personalizzazioni per il mondo dei pescatori. Così fanno la loro apparizione in pozzetto le vasche (vivo e pescato), pompe e sistemi di lavaggio, portacanne ovunque e spazi modulabili. E si, perché la linea Fishing non dimentica che i pescatori sono anche diportisti comuni, che quando non escono con canne e mulinelli possono andare a gustarsi una giornata o le vacanze con famiglia ed amici. Ed ecco che allora l’allestimento di coperta mantiene prendisole prodieri, scalette bagno e, a seconda del modello, anche blocchi fuochi e lavello. Quello che vi propongo in questo articolo è il test di un modello centrale della gamma da pesca. Si tratta del Master 699 Fishing, che si posiziona come misure subito dopo il 540 Fishing ed il 630 Fishing, e poco prima dei 730, 775 e 996 Fishing. Con i suoi 6,90 metri di lunghezza fuoritutto, 7,45 metri con le plancette di poppa installate, è stato anche l’apripista di questa serie. Sono andato in Sicilia, a Palermo, l’attuale “casa” del cantiere Master, dopo cinque anni per provare nuovamente il battello, aggiornato esteticamente al resto della gamma e motorizzato con un fuoribordo Mercury Four Stroke da 200 cavalli. Qualche cavallo in meno rispetto ai 225 hp del Four Stroke installato a poppa cinque anni fa. Un’opportunità anche per fare qualche confronto tra i due test.
Ma inizio intanto a presentarvi questo battello, nei suoi dettagli, descrivendovelo minuziosamente, centimetro per centimetro! E comincio da poppa, e più precisamente dalle plancette poppiere, quelle su cui mi appoggio per salire a bordo. Sono fornite di serie; quindi non c’è bisogno di aggiungerle al preventivo per disporne, e realizzate in vetroresina con applicazione in un secondo tempo alla stampata di guscio e carena. La loro sagoma fuoriesce dalle estremità dei tubolari e hanno una forma semi-ellittica nel lato rivolto verso il motore, il modo da consentire la completa rotazione del fuoribordo in un verso e nell’altro, mantenendo un’ampia superficie calpestabile. Quella di sinistra proravia ospita una scaletta inox telescopica per scendere o risalire in/dall’acqua e un maniglione cui appigliarsi. Su due gradini che accompagnano a bordo ci sono i primi due portacanne ad incasso, due bitte stile inglese fisse e poi subito lo schienale (opzionale) del divano a tre posti disposto a baglio. Questo, in pieno stile fishing, è abbattibile a murata, il che consente quando si pesca di non avere ingombri inutili. Basta sollevarlo e far scendere i piedini per renderlo operativo invece quando lo si vuole utilizzare. Sui trincarini in vetroresina ecco altri due portacanne a staffa, altri due ad incasso più avanti e sulle murate interne due tasche portaoggetti. Sul piano di calpestio due ombrinali a filo hanno il compito di evacuare completamente eventuale acqua portata involontariamente a bordo. L’area calpestabile del pozzetto da usare in pesca misura quasi 2 metri quadrati, mentre le murate hanno altezza di 60 centimetri dal piano di calpestio. Il confine tra il pozzetto e l’area di pilotaggio è determinato dal cassero che ospita sia il divanetto di guida in alto che la vasca del vivo da 140 litri all’interno, di colore azzurro e con oblò che si affaccia in pozzetto in modo da consentire il controllo del vivo senza forzatamente aprirla. Può essere accessoriata opzionalmente di pompa di ricircolo dell’acqua. Il coperchio della vasca ha anche funzione di tagliere, ideale per preparare le esche da innescare.
La console è centrale per favorire il passaggio su ambo i lati. Centrale anche la ruota di governo posizionata su piano inclinato. Poco sopra trovano posto gli strumenti motore, un display multifunzione (chartplotter/eco), la bussola, più in basso gli interruttori, il monoleva del motore, lo stacco di sicurezza, il blocchetto avviamento motore, una tasca portaoggetti ed il poggiapiedi. In cima invece svetta il parabrezza totalmente trasparente e il Bimini in acciaio con sei steli del diametro di 40 mm e luci di navigazione. Una protezione utile quindi non solo di giorno. I portacanne del Bimini e gli eventuali teli per isolare l’area di pilotaggio durante i periodi più freddi o in caso di maltempo rientrano invece tra gli “optional”. Aprendo il portello anteriore della console si potrà accedere ad un vano attrezzabile, con un extra prezzo, di WC marino con serbatoio acque nere. L’area prodiera ripropone infine soluzioni più per il relax che per la pesca, a conferma di quanto dicevamo in apertura di articolo, ossia della poliedricità d’impiego di tale battello. La cuscineria è fornita di serie ed occupa lo spazio compreso tra i tubolari, la console e il gradino prodiero della plancetta. Sotto i cuscini un capiente gavone può ospitare dotazioni di sicurezza o accessori vari. La plancetta prodiera è munita di piccolo cuscino imbottito, di scorrisagola, di bitte, di due anelli di sollevamento e di un piccolo vano per ancora e calumo. I tubolari del Master 699 Fishing sono realizzati con tessuto Orca da 1670 dtex in colorazione bianca, ma dal sito del cantiere è possibile accedere ad un configuratore on line che, da casa, aiuta a scegliere la cromia preferita, sia per i tubolari che per cuscini, gelcoat e finiture. I tubolari hanno sei compartimenti stagni gestiti da altrettante valvole a basso profilo, e presentano un diametro costante di 57 centimetri. Esternamente propongono dei bottacci in gomma a protezione, ma non maniglioni di movimentazione in acqua. Superiormente, a prua, per tenersi in navigazione è stata adottata la soluzione delle manigliette in tessuto gommato incollate su falchetta di tessuto gommato.
In acqua
Dopo la parte descrittiva degli allestimenti è il momento di salire a bordo di questa unità motorizzata con un Mercury Four Stroke da 200 cavalli. Un motore generoso V6 da 3.4 litri, dalle basse vibrazioni e dal design moderno e accattivante. Vanta un peso di 216 chilogrammi, un potente alternatore da 85 A ed è compatibile con la tecnologia digitale SmartCraft. Fa registrare valori di coppia decisamente interessanti, che garantiscono rapide planate e pronte partenze, con consumi altrettanto contenuti, come vedremo poi nel test di cui ora andrò a parlarvi. Un breve check sui carichi di bordo. Siamo in tre persone all’atto della prova, imbarchiamo circa 110 litri di carburante e siamo in presenza di un mare tirato da brezza, quindi formato ma non mosso. Ci fa compagnia un sole che attenua il freddo che a novembre, periodo della prova, è anche naturale. Il motore monta un’elica Enertia Eco di passo 19”. Passiamo direttamente ai rilevamenti ed alle impressioni dall’ingresso in planata in poi, tralasciando tutto ciò che concerne il dislocamento, una fase che evidenzia comunque una buona stabilità dovuta al corretto attacco dei tubolari sulle selle. Niente rollii quindi, uno status utile anche quando si pesca, fermi, in mezzo all’acqua. Basta dare poco gas per entrare in planata. Il motore a 2.500 giri tira fuori la carena facendola scivolare in assetto a 13 nodi. I tempi d’ingresso in planata superano di poco i 2,5”. A 3.000 giri si naviga a quasi 21 nodi ed apprezziamo consumi di soli 21 litri/ora, che diventano di 32 a 28 nodi, una velocità che solitamente consideriamo già, seppur di poco, oltre la cosiddetta velocità di crociera, ottimale per navigare sereni e distesi. Il motore è molto reattivo e confrontando le prestazioni ottenute ora con il 200 cavalli, con quelle riscontrate 5 anni fa con il 225 cavalli, sinceramente noto una differenza veramente minima. Addirittura è leggermente superiore come risultati il 200 cavalli rispetto al 225 hp,. Ad esempio a 3.500 giri con il 200 cavalli abbiamo raggiunto i 28 nodi, con il 225 cavalli furono 23 nodi. A 4.000 giri il confronto è ancora a favore del 200 cavalli, con una velocità di 32 nodi contro gli allora 28. Stessa cosa dicasi a 4.500 giri, con il 200 cavalli che ci permette di raggiungere i 37 nodi, mentre il 225 cavalli ci portò a 34 nodi. In entrambi i test abbiamo ottenuto questi valori senza uso del trim.
La velocità top su questo modello in prova ora lo raggiungiamo a 5.000 giri che equivalgono a 41,3 nodi, consumando circa 49 litri/ora. Oltre non sono riuscito ad ottenere pur sollevando il trim al 50% della corsa, anche se il Cantiere asserisce che trimmando molto (si parla del 90%) si riescono a toccare i 5.700 giri e raggiungere i 43 nodi. Cinque anni fa, riuscimmo per condizioni di mare avverse a raggiungere al massimo i 5.500 giri, ed il valore ottenuto, anche allora fu di circa 41 nodi con il trim sempre al 50%. Quindi confermo che i risultati tra i due motori sono abbastanza simili. Interessante sarebbe invece ora provare il battello con la massima motorizzazione applicabile, ossia con un 250 cavalli. Non mancherà l’occasione. Per il momento considero questa del test una soluzione sicuramente meno spinta, ma anche più economica, sia sotto il profilo dei consumi che del valore di acquisto, ottenendo comunque prestazioni ottime. Poi, se si vogliono superare i 45 nodi e pensare che questa sia la condizione ottimale di navigazione, oppure si necessita di maggior potenza in virtù di carichi gravosi, bè, ricordiamoci che c’è sempre l’opportunità di aggiungere quei 50 cavalli in più. Il Master 699 Fishing è comunque un battello abbastanza leggero con i suoi 800 Kg a scafo vuoto e quindi bisogna tener conto di tutte le variabili personali e delle necessità effettive al fine di non errare nell’acquisto del motore. Ma come si comporta in acqua? È un RIB asciutto anche con il mare formato di oggi, schizzi a bordo non ne arrivano. In virata mi dà sicurezza, le sue dimensioni lo rendono facile da gestire ed occorre solo dosare bene la potenza nelle ripartenze al fine di evitare la naturale “impennata” dovuta alla potenza del motore ed alla leggerezza dello scafo che, in questo caso, non propone pesi prodieri (non c’è nemmeno la catena). Morbido l’impatto con l’onda, una situazione ben gestita dalla ruota prodiera che fende l’onda e scarica i flussi liquidi sotto le selle ed i tubolari. A fine test, trascrivendo sul block notes i dati rilevati, mi soffermo sui consumi e, considerando che il serbatoio di carburante di serie ha capacità di 220 litri, e che a 41,3 nodi abbiamo consumato circa 49 litri/ora, un dato è certo: almeno tre ore e mezza se non quattro di autonomia si hanno. Ed è tutt’altro che poco. Insomma, in conclusione, si tratta di un fishing-RIB facile da carrellare e da portare ovunque, capiente e con un mix di possibilità di utilizzo che favoriscono anche l’impiego contemporaneo misto. Chi ama la pesca può condividere il suo tempo magari con la famiglia che si posiziona sul prendisole di prua, senza l’uno togliere nulla all’altro. I consumi contenuti, almeno con questo motore, lo rendono “poco dispendioso” anche se usato con una certa continuità. Quanto costa? Di listino 53.900 euro + I.V.A., più motore ed extra, ma di base ha già tutto l’indispensabile.
Caratteristiche tecniche
Categoria di progettazione CE | C |
Lunghezza f.t. con plancette di popp | m.7,45 |
Lunghezza interna | m.6,7 |
Larghezza f.t | m.2,74 |
Larghezza interna | m.1,75 |
Diametro tubolari | m.0,57 |
Compartimenti stagni | n.6 |
Peso senza motori | kg. 800 |
Potenza max installabile | 250 hp (1 x 184 Kw) FB |
Carburante di serie | litri 210 |
Acqua di serie | litri 70 |
Portata persone | n.12 |
Motorizzazione prova | 1 x 200 Mercury Four Stroke V6 – elica Enertia Eco 19” |
Costruttore | Cantiere |
Prezzo di listino (I.V.A. esclusa): € 53.900
Rilevamenti
Giri | Nodi | Consumi orari totali |
600 | 2,8 | 2 |
1.000 | 3,7 | 3,4 |
1.500 | 6 | 6,4 |
2.000 | 8,4 | 12 |
2.500 | 13 | 15 limite planata |
3.000 | 20,8 | 21 |
3.500 | 28 | 32 |
4.000 | 32 | 35 |
4.500 | 37 | 49 |
5.000 | 41,3 | 55 Trim al 50% |
Il Cantiere Master dichiara che, portando il trim al 90% hanno raggiunto i 5.700 giri ed i 43 nodi
Condizioni generali di prova
Meteo: brezza lieve, mare formato, sole
Carichi: 3 persone, dotazioni di bordo, 110 litri di carburante
- Velocità minima in planata 13 nodi
- Velocità di crociera economica 28 nodi
- Velocità di crociera veloce 37 nodi
- Velocità massima raggiunta 41,3 nodi
Produttore
Master Gommoni
S.S. 113 Est n. 100
90044 – Carini (PA)
Tel. e Fax +39 091/8691592
www.mastergommoni.it
info@mastergommoni.it
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Luciano Pau
Giornalista iscritto all’Ordine Interregionale del Lazio e Molise dal 1995, vanta un’esperienza di oltre 35 anni nel mondo della nautica e dello sport, tra cui la pesca, che segue ormai assiduamente da oltre 10 anni. Ha collaborato per vent’anni con alcune delle principali riviste del settore nautico e pesca, occupandosi di test d’imbarcazioni e di gommoni, di articoli tecnici legati alle tematiche nautiche e motoristiche in genere, di elettronica, attrezzature da pesca e seguendo eventi a livello nazionale ed internazionale. Oggi è direttore del web magazine Fishing Boat Magazine ed organizzatore di eventi.