Abbiamo incontrato Matteo Dicarlo durante una delle tante competizioni di pesca che si svolgono lungo i litorali italiani. Anzi, per la verità lo abbiamo incontrato due volte, la prima a settembre nel Lazio in occasione del TUNA CUP ANZIO e la seconda all’Isola del Giglio per la Ricciola Cup. Non abbiamo resistito a fargli qualche domanda…
• Redazione
Ciao Matteo, so che vieni da Vieste, da una delle terre più belle ed ospitali nel nostro Paese, con un mare stupendo e tanto pesce. Racconti ai nostri lettori come nasce il Matteo pescatore?
La mia passione nasce tramandata dai miei nonni che vivevano per la pesca, erano proprietari di un trabuccolo e di un gozzo con cui calavano le reti. Quando ero piccolo, all’ età di 5/6 anni, mia mamma mi portava sul trabuccolo, lei saliva su un antenna (palo) del trabuccolo lunga quasi 20 metri ad avvistare il passaggio dei pesci, così dava l’allarme e mio nonno, con i suoi fratelli tiravano su la rete. Questa era l’unica fonte di vita per la famiglia di mia mamma. Io pescavo dalle rocce ed all’età di 8 anni andavo anche con i battelli a salpare le reti o a fare la traina (la traina all’epoca veniva fatta non con i mulinelli come oggi, ma con la lenza a mano). Quando io prendevo qualcosa mio nonno mi ripagava con una monetina da 50 lire, ed io mi sentivo molto appagato. Da qui è scaturita la mia passione per la pesca. Naturalmente gli anni passano c’è un’evoluzione nelle attrezzature, e cosi man mano divento quello che dimostro di essere oggi. Quanto vorrei che i miei nonni potessero vedere quello che sono diventato.
So che pratichi diverse specialità, dal bolentino di profondità alla traina con il vivo, al vertical e via discorrendo. Ma quale di queste discipline preferisci e perché?
Io nasco con la traina con il vivo perché l’ho imparata da mio nonno. Trainavamo con la lenza a mano e in quel modo ho potuto perfezionare sia la tecnica per la traina alla ricciola che al dentice, sull’esperienza fatta da piccolo. La mia seconda passione è la pesca al drifting. Questa mi è stata tramandata da due amici molto bravi nella pesca al tonno. Abbiamo iniziato anche a gareggiare e siamo diventati vice campioni italiani nel 2013. E’ così che oggi mi trovo nel “tunnel” della pesca al tonno, soprattutto partecipando alle competizioni fatte in tutta Italia. Poi è normale che vivendo il mare e volendo sempre di più io abbia iniziato anche la pesca a bolentino di profondità. Sono diventato un Ambassador Lowrance nel 2013 ed ho iniziato a fare dei corsi molto tecnici sull’elettronica di bordo.
L’azienda mi fornisce delle strumentazioni sempre di ultima generazione, e questo mi permette di migliorare la precisione e la tecnica di pesca. Da qui inizio anche a praticare la tecnica di vertical jig perché si tratta di una tecnica che richiede molta precisione, ottenibile quasi sempre con una buona strumentazione. Naturalmente avere della strumentazione all’avanguardia a bordo e fare dei seminari di elettronica in tutto il sud Italia consente di diventare sempre più esperti e così, per finire, nasce anche la passione per i calamari.
E quella che ti ha dato nella tua carriera più soddisfazioni? Raccontaci una storia che ti è rimasta particolarmente impressa che hai vissuto in prima persona.
La soddisfazione più grande, come per tutti i genitori, è quella di portare i propri figli a pescare. Naturalmente quando sono bambini alzarsi alle 5 di mattina diventa difficile o raro, ma una mattina ricordo, ho portato in pesca mio figlio e su una canna calata avevo preso un dentice e in contemporanea è partita su di un’altra canna la Ricciola (la regina del mare). Beh, vedere mio figlio recuperare i pesci insieme a me è stata una soddisfazione enorme.
Un’altra mia soddisfazione che ho con le uscite di pesca che organizzo è vedere che la maggior parte delle volte si presentano Dottori, Cardiologi, Notai e Avvocati. Sono persone la cui vita si svolge racchiusa tra 4 mura e tanta responsabilità. Vederli pescare e vedere la loro felicità è per me una soddisfazione notevole e mi si riempie il cuore di gioia. E loro non dimenticheranno mai, per mesi e mesi, quelle avventure che hanno vissuto con me.
Tu sei Ambassador di un prestigioso marchio dell’elettronica qual è Lowrance, uno dei brand che fa capo a Navico. Cosa vuol dire innanzitutto essere Ambassador di un’azienda così importante e quali sono secondo te i punti di forza del marchio Lowrance in questo momento.
Io sono Ambassador Lowrance come ho anche specificato prima dal 2013. Navico ci ha fornito una formazione molto tecnica su tutte le attrezzature del gruppo: è per questo motivo, oltre che frutto di tanti anni di esperienza di pesca associato all’elettronica Lowrance, che io ho potuto tramandare tutta la tecnica e l’uso degli ecoscandagli anche ai miei colleghi pescatori; e questo attraverso gli open day ed i seminari che io tengo in collaborazione con il distributore sud Italia. Per questo motivo l’esperienza e la passione di anno in anno cresce e, nel 2019, è nata una forte collaborazione con il gruppo Suzuki Italia Marine e con Sea Game Sport Fisherman. In questo modo abbiamo più possibilità di conoscere ed imparare sempre di più sulla pesca da gente che ci circonda in questo settore. Io personalmente mi carico sempre di umiltà e ascolto sempre gente che ha esperienza: in questo mondo puoi confrontarti solo se hai l’umiltà per farlo.
Ma l’elettronica, secondo te, è ormai indispensabile a bordo? Pensi che senza l’attuale tecnologia, senza il Live View ad esempio, si potrebbero ottenere gli stessi risultati che si ottengono oggi?
Secondo il mio parere e secondo l’esperienza dei miei nonni che erano pescatori di lenza a mano con zero ausilio di elettronica e zero ausilio di canne da pesca (uno stato primitivo praticamente) oggi l’elettronica è fondamentale al 50%. Se parliamo di molta tecnica si, è importante e ti avvantaggia, in fatto di tempo riesci a capire più facilmente i comportamenti dei pesci e ad ottenere una pescata mirata e dettagliata, come visibile su molti post di screenshot presenti sul mio profilo;
Sei da quest’anno diventato uno dei blasonati Suzuki Fishing Team. Cosa significa essere testimonial di un brand così importante a livello internazionale, entrato prepotentemente nel mondo della pesca ove sta ottenendo anche interessanti risultati?
Avere un brand molto importante alle spalle ti permette di avere un sostegno in tutte le avventure che ho potuto vivere, dal sud al Giglio.
E’ muoversi con la propria imbarcazione ed avere l’affidabilità dei motori e, su tutto il territorio su cui mi sposto ciò è fondamentale al 100%. Far parte del Fishing Team Suzuki significa avere una squadra importante alle spalle che ci serve per fare tanta esperienza.
Cosa pensi del Suzuki DF350A che monti sullo specchio di poppa della tua imbarcazione? Cosa ti piace di più di questo motore?
Sulla mia imbarcazione, la 250X che nasce progettata per me ed è indicata per una pesca estrema, ho motorizzato con un Suzuki DF350A e con un DF20A. La potenza maggiore è indispensabile in mari abbastanza formati grazie anche alla sua nuova tecnologia dual prop che mi aiuta ad avere una spinta molto reattiva e una direzione di navigazione sempre perfetta come traccia ed al suo sistema di riduzione di consumi LeanBurn. Inoltre è stato creato un doppio passaggio di acqua per il raffreddamento sul piede motore per poter percorrere anche più miglia senza problemi. Infine il motore è munito di canalizzazioni di aspirazione a palette interne che evitano l’ingresso dell’acqua nel motore anche se viene coperto da un onda, e tutto questo significa avere sicurezza in navigazione
Tu a Vieste organizzi anche corsi di pesca, oltre che charter di pesca. Qual è il tuo cliente tipo, chi vuole iniziare a pescare o chi ha già nozioni in merito e vuole solo perfezionare la sua tecnica?
C’è chi viene con me a volte per imparare l’uso della tecnologia Lowrance, chi per iniziare a imparare la pesca e molte volte ci sono anche pescatori che vogliono perfezionarsi o capire come pesco io per accrescere le loro conoscenze. Infine c’è un’infinità di persone che non viene per un motivo specifico, o non solo uno, ma per divertirsi e per imparare.
Qual’ è la tecnica di pesca che ti chiedono più frequentemente d’insegnare loro?
La tecnica di pesca che mi chiedono di più è la traina al dentice perchè in molti video che ho pubblicato ho sempre fatto vedere l’elettronica abbinata a questo tipo di pesca, ed è quello che principalmente vogliono imparare.
Organizzi corsi di pesca anche per i ragazzi? Se si da quale età?
Essendo un istruttore XAP (istruttore ambiente Pesca F.I.P.S.A.S) con l’associazione organizziamo corsi all’interno delle scuole elementari e medie, poi per età superiori anche corsi in barca.