Ottobre può dare le prime avvisaglie ma le condizioni più tipiche del surf casting medio mediterraneo si hanno proprio durante i mesi di novembre e dicembre.
• Mimmo Marfè
In questo periodo infatti, quando le acque del sottocosta iniziano a raffreddarsi, si manifesta l’avvicinamento di alcuni pesci tra cui la spigola. Vediamo un poco per sommi capi come affrontare il periodo.
Il surf casting medio è la tipologia di pesca a cui maggiormente rincorriamo, praticata da inizio ottobre fino a metà primavera con mare più o meno mosso. La tipologia delle prede inizia a vedere l’inserimento di qualche predatore quale la spigola, in mareggiata può capitare qualche bella orata, poi gronghi, saraghi, razze, ombrine e tantissime mormore il che è relativo agli ultimi anni… insomma c’è da pescare.
COME PESCARE
Le canne saranno sempre commisurate allo stato del mare anche se è indiscusso che la capacità di arrivare a cercare il pesce a più distanze, offrirà qualche chance in più. Mulinelli capienti e di buona potenza aiuteranno non poco.
Esche e Ami
I vermi sono sempre più utilizzati in questa tipologia di pesca. Spiagge colonizzate da colonie di arenicola vedono questo anellide molto utilizzato e redditizio anche in condizioni di mare mosso. Ovviamente si dovrà trattare di arenicole di grossa taglia.
Con mare particolarmente mosso useremo un amo corto e panciuto, idoneo alla mangiata al volo del pesce in corrente o in mareggiata. Il beak è l’amo principale da saraghi in mareggiata, da orata per l’innesco del bibi. In questo caso, essendo tra i pochi a resistere tra le mascelle del pesce, ma innescando abbondanti fasolari, magari su di un amo del 3/0, funziona anche per la spigola. Altra esca, quando si trova, è il cappellotto, micidiale con spigole ma anche saraghi e orate.
Generalmente il beak è un amo ad occhiello ma le variazioni sul tema lo presentano anche a paletta.
Il trave per il surf casting medio: il più gettonato e idoneo è il trave con attacco basso a piombo fisso, ossia quello che talvolta veniva chiamato per convenzione short basso. Definizione poco corretta in quanto poi l’elemento short basso è il terminale e non il trave. Questo trave non ha pregiudizi o preferenze in materia di terminale da collegare e potrà essere corto e quindi uno short, ma anche un long arm di 1, 2 o 3 metri.
Il trave in questione è tra i più utilizzati specie nella pesca non agonistica, quando la ricerca è rivolta al pesce di taglia sia esso una mormora o una spigola.
Ciò detto passiamo alla lunghezza del trave che sarà rigorosamente in nylon; se il nostro parastrappi sarà in multifibra dovremo abbondare nella lunghezza del nostro trave in modo da ammorbidire l’azione estremamente rigida dello shock leader. Laddove lo shock leader sia in nylon, allora il nostro trave potrà essere anche molto corto fino a utilizzare un cortissimo travetto anche metallico.
In condizioni di mare mediamente mosso, diciamo scaduta abbastanza avanzata, i braccioli si attesteranno su lunghezze tra i 60 ed i 90 centimetri. Volendo ed irrobustendoli per meglio resistere alla corrente ancora presente, potremo arrivare anche al metro e più. Condizioni queste idonee alla cattura di belle mormore, di orate, di ombrine o di saraghi un po’ ritardatari.
Con il mare che tende ulteriormente a calare si allunga.
Ricordiamo solo brevemente quanto possa influire nel lancio la dimensione dell’esca, il numero di braccioli e di esche, la forma del piombo.
Passare da una configurazione che prevede filo dello 0.28 in bobina, parastrappi surdimensionato magari dello 0.60, un trave lungo quasi la metà della canna, tre braccioli innescati magari con verme americano, ad una configurazione con 0.22 in bobina, parastrappi in sottile multifibra, trave lungo 1 metro e venti, un solo bracciolo ed una sola esca, può portarci a notevoli incrementi di distanze.
Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.