Contrariamente alle normali aspettative non è la primavera la stagione più propizia per la pesca dalla spiaggia ma, se affrontata con sapienza, i suoi frutti potrà darli.
• Mimmo Marfè
Iniziamo con il capire quali sono i motivi per cui sono da preferire altre stagioni:
- C’è un problema dovuto alle temperature delle acque che, generalmente in febbraio, raggiungono i minimi annuali;
- Le spiagge a basso digrado hanno un riscaldamento precoce sempre che il soleggiamento inizi ad essere consistente;
- nella scelta dei luoghi dovremo tener conto anche della presenza di corsi di acqua dolce che in stagione sono spesso incrementati dalle nevi che dalle montagne si sciolgono e attraverso ruscelli e torrenti arrivano nei corsi d’acqua fluviali;
I fondali dove c’è nelle vicinanze qualche agglomerato solido, sono da preferirsi perchè la fioritura algale sulle roocce favorirà l’avvicinamento di molte specie onnivore.
Dove andare dunque?
Innanzitutto dovremo affidarci al libro mastro della memoria e tentare di ricordare cosa accadeva negli anni precedenti.
Tranne casi estremi dovremo tentare di evitare i giorni in cui soffiano venti freddi in quanto questi porteranno solo ad un ulteriore raffreddamento delle acque superficiali.
Ma i pesci non leggono nè libri nè riviste, tantomeno hanno collegamenti on-line ed è capitato che proprio in un pomeriggio assolato di inizio aprile, con vento di spalle teso, si sia effettuata una delle più belle pescate a mormore ed ombrine, cercate e trovate con ripartira e pendolare, a distanze che in altre occasioni non avrei mai traguardato.
La postazione di cui in particolare parlo è tuttora caratterizzata da secche solide a distanza dalla battigia, se non raggiungibili almeno avvicinabili e se il fenomeno surf vede formazioni subacquee di piccoli accumuli sabbiosi contenenti anche cibo, anche il fenomeno inverso da terra verso il largo porta alla formazione di questi piccoli depositi–dispensa se incontrano qualcosa di solido che ferma il flusso della corrente.
Cosa si può catturare?
Di tutto, in particolare grufolatori. Nella giornate più calde, anche di primavera si ha una buona accostata di orate di taglia, nei pressi delle formazioni solide poste a breve distanza dalla riva (anche 300 o 400 metri) o dell’inizio delle praterie di posidonia. L’orata in questo periodo necessita di esche proteiche e un lungo finale in fluorocarbon legato a un travetto è la giusta medicina.
Poi mormore, generalmente in notturna ma se il mare un pò si muove anche nelle ore di luce se ne possono catturare.
La primavera è anche la stagione dell’accostata di lecce stella e con acque torbide di ombrine ma, in caso di mare mosso, può regalare anche qualche bella spigola oltre che numerose boghe e sugarelli specie in notturna – 11,12,13. Poi può capitare qualche pesce piatto.
Le giuste medicine vedono nelle esche il giusto rimedio ad eventuali inappetenza. Oltre la solita arenicola in questa stagione, con acque ancora tendenti al freddo, funziona molto bene il cannolicchio novello, quello bianco e dalle valve poco tenaci. Poi bibi nostrano e americano possono recitare anch’essi un ruolo da protagonisti.
In materia di ami invece svarieremo tra le classiche forme crystal a gambo medio per mormore e simili, mentre in caso di presenza di orate preferiremo forme panciute tipo beak.
#surfcasting #pescadaterra #tecnichedipesca #pescainprimavera #grufolatori #bibi #arenicola #cannolicchio #orate #spigole #mormore #ombrine #boghe #sugarelli