Quando si progetta strumentazione elettronica, occorre tener presente anche che la stessa può dover essere utilizzata in condizioni climatiche limite. Per questo Raymarine effettua severi test sui suoi prodotti al fine di garantirne la funzionalità con ogni clima!
• Luciano Pau
Sappiamo tutti quanto sia bello navigare in primavera, in estate, in autunno, o anche in inverno, se non altro nel nostro Paese dal clima temperato. Considerate però che si naviga anche in tanti altri Paesi in cui il clima non è così clemente, e le temperature scendono drasticamente sotto determinati valori o salgono a valori decisamente superiori a quelli cui noi siamo abituati. Eppure, anche qui c’è chi per scelta o per lavoro deve navigare e deve poter contare su di una strumentazione elettronica efficace in ogni condizione.
Raymarine, azienda leader nel settore della strumentazione elettronica per usi “ricreazionali” e “commerciali”, sottopone i suoi strumenti a severi test per garantirne il corretto funzionamento in ogni occasione.
Siamo sempre più spettatori, d’altronde, di un clima che cambia. Aumentano le soglie di calore in alcune zone, in altre il freddo, seppur diminuito rispetto al passato, resta a valori elevati.
Così il centro collaudo di Raymarine, nel Regno Unito, ha deciso di intensificare e rafforzare i test di resistenza e durata dei propri apparati. Come? Effettuando controlli di resistenza a cadute, a variazioni drastiche di temperature, emissioni, pioggia, ondate, vibrazioni.
Ad esempio le vibrazioni possono essere un grande nemico dell’elettronica, in quanto, soprattutto se costanti, possono dar vita ad allentamenti di cablaggi, stress dei fili, danneggiare i punti di saldatura che, di conseguenza, possono portare a danni inevitabili. Qui, in Raymarine, in una stanza apposita gli apparati vengono sottoposti a sollecitazioni verticali ed orizzontali, con varie gamme di frequenze. Quando i tester rilevano una frequenza particolarmente sollecitata, ci si sofferma su quella frequenza per accertarne i danni conseguenti la fatica. Il test, che normalmente viene svolto a frequenze che vanno dai 5Hz ai 100Hz, qui viene spinto fino a 600Hz. Inoltre gli apparati sono sottoposti a vibrazioni causate con urti accidentali che, in questo caso, vengono prodotti a valori superiori a quelli normalmente prodotti in barca da un diportista.
Anche i campi “elettromagnetici” sono cause frequenti di malfunzionamento. Per questo Raymarine sottopone gli apparati in un’area EMC a severi test. Si rilevano le interferenze che si possono verificare durante l’accensione di altri strumenti o apparati, e viene valutata ed ottimizzata la capacità di funzionare anche dopo cali di tensione, corrente di spunto e sovra-tensione. Gli apparati vengono poi sottoposti a radiazioni elettromagnetiche, per garantirne il corretto funzionamento anche dopo una lunga esposizione. Le radiazioni vengono lanciate in modo diretto sull’apparato da un’antenna. Viene controllato inoltre, anche l’eventuale rilascio involontario di energia elettromagnetica. La stanza per questo test è creata con due strati di acciaio e piastrelle in ferrite oltre a materiale assorbente blu per stoppare i riflessi.
Si passa poi ai test “climatici”. Essendoci notevoli differenze di temperature tra il polo nord e le aree tropicali, occorre assicurare un corretto funzionamento delle apparecchiature in entrambe le situazioni. In apposite camere termiche vengono effettuati test in condizioni estreme, immergendoli di notte a differenti temperature (da -25°C a 55°C) avviandoli e riavviandoli più volte, ma portando il test, per sicurezza, anche a valori che vanno dai -30°C ai 70°C. Spesso rimangono per mesi in queste camere. Attraverso una radiazione infrarossa poi (test IR), gli strumenti vengono sottoposti ad una simulazione della luce solare a mezzogiorno, al fine di controllare il “non oscuramento” dei display e che non si manifestino danni a causa della forte luce.
Successivamente si sottopongono al test in “camera a nebbia salina”, ove i prodotti vengono esposti a questa nebbia per due ore e poi sette giorni in un ambiente caldo e umido. Ciò avviene per ben 4 volte (28 giorni totali) fino a che, a processo concluso, vengono verificati gli apparati per certificare che non abbiano subito danneggiamenti ai rivestimenti (perdite di colore, bolle o crepe).
Si procede infine con il test “d’impermeabilità” IPX6. Per ottenere questa certificazione i prodotti devono resistere, ad esempio, a spruzzi d’acqua continuativi di circa 100 litri al minuto prodotti con una manichetta da incendio, per 30 minuti. Vengono poi anche lasciati un giorno intero sotto la pioggia o in ambiente umido, anche se per la normativa sarebbero sufficienti 30 minuti di “tali maltrattamenti”, e viene successivamente verificata l’assenza di acqua all’interno. Una sola goccia per Raymarine è inaccettabile!
Manca ancora all’appello il test IPX7, che riguarda la capacità di un apparato di resistere immersi ad una determinata profondità. Questo controllo si effettua in apposite vasche, così come quello dei trasduttori sonar. Ma non è tutto, perché test similari e mirati, si estendono anche ai simulatori AIS per testare i ricetrasmettitori AIS, simulatori DSC per le radio, GNSS per i radar ed altri simulatori Wi-Fi.
Insomma, in Raymarine nulla è lasciato al caso, perché la sicurezza è da sempre una priorità, e si deve poter contare sull’ausilio della tecnologia, a volte, anche per sopravvivere…
Per maggior info: www.raymarine.it
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Luciano Pau
Giornalista iscritto all’Ordine Interregionale del Lazio e Molise dal 1995, vanta un’esperienza di oltre 35 anni nel mondo della nautica e dello sport, tra cui la pesca, che segue ormai assiduamente da oltre 10 anni. Ha collaborato per vent’anni con alcune delle principali riviste del settore nautico e pesca, occupandosi di test d’imbarcazioni e di gommoni, di articoli tecnici legati alle tematiche nautiche e motoristiche in genere, di elettronica, attrezzature da pesca e seguendo eventi a livello nazionale ed internazionale. Oggi è direttore del web magazine Fishing Boat Magazine ed organizzatore di eventi.