Visti i risultati ottenuti, in termini di presenze e di vendite durante il 61° Salone Internazionale Nautico di Genova, tornato come date a metà settembre, ci si prepara ad una stagione 2021/2022 per la nautica di altissimo profilo. Tutto positivo quindi? In effetti no, perché le incertezze sono veramente tante…
• Luciano Pau
Se l’edizione 2020 aveva sancito, con delle debite limitazioni e fondate perplessità, un ritorno ai grandi eventi dedicati alla nautica, l’edizione 61 del Salone Internazionale di Genova di quest’anno ha confermato un lento ritorno alla normalità. A cominciare dalle date di svolgimento della kermesse che, tolta la parentesi dello scorso anno ad ottobre, quest’anno è tornata alle date originali, che hanno incastonato nel calendario nazionale l’evento più importante a livello nautico italiano nel mese di settembre. Prima di parlare degli aspetti positivi di questo evento, voglio però sottolineare e porre sotto la lente d’ingrandimento alcuni aspetti negativi che mi sembra giusto porre all’attenzione in primis di “chi organizza” il Salone Nautico di Genova. Cominciamo dai parcheggi. E’ vero che è sempre stato un po’ il “tallone d’Achille” di una manifestazione che prende vita in una città difficile per la viabilità, in particolare quando si tratta di ospitare eventi di questa portata. E questo anche oggi, anche se i numeri di espositori e di visitatori sono decisamente ridotti rispetto a quanto avveniva una ventina di anni fa..
Ebbene, tornando ai parcheggi, è improponibile ridurre drasticamente il numero di parcheggi per un evento del genere, anche a pagamento, costringendo operatori del settore (che a Genova vanno per lavoro), ma anche visitatori, ad una “caccia al posto” ovunque e dovunque, anche a rischio di multe salate. Non è stato predisposto un piano in grado di prevedere un ingente flusso di pubblico che si sarebbe sommato al traffico locale. Vigili in tilt che non sapevano dove indirizzare le auto, operatori senza pass (veniva consegnato un unico pass “a pagamento” alle Aziende anche se le autovetture erano plurime) e visitatori che, invece di rilassarsi per godersi lo spettacolo del Salone, hanno cominciato ad innervosirsi, vedendo le ore trascorrere e loro ancora fuori dall’Esposizione. Veramente assurdo! E’ vero che è in atto all’interno del Salone un’opera di rifacimento di molte aree, ma forse bastava organizzarsi con gli organi competenti e l’amministrazione del Comune di Genova, rendendo per quei giorni meno difficile ciò che già normalmente la città vive. Ed il pubblico? Se già è stato difficile trovare parcheggi a pagamento (non gratuiti) durante la settimana, durante il weekend, che cosa è accaduto? So di visitatori partiti da lontano, arrivati a Genova, che hanno fatto dietro-front verso casa senza neppure essersi affacciati agli ingressi. Oltretutto con il biglietto acquistato on-line per quell’unica giornata.
Capitolo 2: i lavori interni. E’ vero che si devono fare ma: punto primo, intanto forse si poteva ipotizzare uno sfruttamento migliore del periodo di chiusura obbligato durante il COVID per portarsi avanti con le opere. Poi anche evitare che, nelle giornate ventose che Genova ha regalato, la polvere sollevata dal cantiere aperto finisse negli occhi di tutti. Quando vennero dichiarati inagibili i padiglioni S e C, venne creato il famoso “Red Wall” a copertura. Forse bastava prolungarlo sino al Padiglione B, l’unico rimasto agibile, invece che mettere in mostra semplici transenne, brutte e zero protettive. O no? Ne avrebbe guadagnato l’estetica, ma anche il comfort di chi esponeva e di chi andava a visitare il Salone. Ma non finisce qui. Sbandierato ai quattro venti il sistema preventivo COVID, con tanto di rigidi controlli agli accessi per controllo del Green Pass, Tamponi e misurazione della temperatura corporea, quello che ho vissuto io personalmente è stata un’altra cosa. Mi è stato controllato, insieme a tutti quelli che sono entrati con me, e non erano pochi visto che gli ingressi erano comuni per espositori, operatori e pubblico, solo il Green Pass. Nessuna misurazione della temperatura. E tutt’e due i giorni della mia permanenza. Così è ipotizzabile che, qualora si fosse presentato qualcuno munito di Green Pass ma contagiato e con temperatura alterata, nessuno se ne sarebbe accorto, con tutti i rischi di contagio annessi e connessi.
Di positivo c’è che quello che è emerso a posteri di questa 61° edizione è una conferma totale di quanto già visto nel 2021. Esplosione del mercato nautico. Una corsa verso il cercare di ordinare una barca (non sto parlando di yacht per i quali il discorso è da sempre diverso), o un gommone, per prepararsi in anticipo alla prossima estate. Molte aziende erano già in “sold-out” per la prossima stagione prima di andare al Salone. Cosa ci sono andati a fare dunque? Beh, innanzitutto per una forma di rispetto nei confronti dei loro clienti, e poi perché le prenotazioni si fanno a maggio e quindi, a quel tempo, poco ancora si sapeva di come sarebbe andata la stagione da poco conclusasi. C’è chi ha ordinato già l’estate scorsa mezzi da ritirare (non per scelta propria) l’anno prossimo, proprio per l’impossibilità dei Cantieri di consegnare. I motivi li conosciamo bene o male. Mancanza, causa COVID di molte materie prime e componentistica, che hanno determinato ritardi di produzione, oltre ad un’esplosione, sinceramente inaspettata, del mercato durante la pandemia ed al blocco produttivo di molte aziende. A fine Salone di Genova 2021 ho fatto un giro di telefonate per avere un quadro più completo e riassuntivo di quanto avvenuto, e la risposta, più o meno è sempre stata la stessa: “E’ andata benissimo, era da più di dieci anni che non si vedeva un’affluenza ed un interesse così!”
Dunque, tutto positivo a parte le eccezioni che ho mosso in apertura di articolo? Ebbene no! E vi spiego il perché. Tale incremento di vendite e di ordini è positivo se ci fosse la certezza di aver risolto il problema dell’approvvigionamento delle materie prime. Ma allo stato attuale certezze non ve ne sono. La bolla speculativa su alcuni materiali messa in atto da alcuni mercati mondiali non è ancora scoppiata. Pertanto il rischio è che si debba ancora combattere con la difficoltà d’approvvigionamento di componenti basilari per la costruzione o finitura di uno scafo. Così come l’incremento dei prezzi di dette materie prime non è ancora definito. Alcuni Cantieri hanno optato per esporre a Genova listini adeguati “a naso”, con il rischio di non riuscire a coprire l’eventuale aumento reale dei materiali. D’altronde però a Genova con qualche prezzo dovevano pur presentarsi! Eppoi i Cantieri producono e vendono scafi, le case motoristiche producono e vendono motori. Ma le due attività, seppur complementari, sono separate tra loro. Cosa significa? Significa che se i Cantieri venderanno scafi ai loro dealers, gli stessi li venderanno ai loro clienti. Ma se si dovesse vivere un altro anno di passione per quanto concerne la consegna e disponibilità di motori nasceranno certamente grossi problemi.
D’altronde molte Case motoristiche non erano in grado a Genova di dare certezze sulle modalità e tempistiche di consegna dei loro motori. Un concessionario della Toscana che conosco, ad esempio mi ha detto testuali parole: “Noi siamo qui per vendere ed anche per comprare. Ma se le Case motoristiche non ci dicono quali modelli e quando saranno disponibili, noi come facciamo a comprare e vendere gli scafi? Posso comprare ora uno scafo di 6,50 metri se poi la casa motoristica “X” non sarà in grado di consegnarmi un motore adeguato?”. E questo lascia molta incertezza, perché in effetti il rischio di un’implosione del settore in un momento di palese esplosione, è altamente realistico. Solo il tempo ci darà risposte in merito e speriamo che siano solo positive.
Sotto il profilo strettamente “espositivo”, tante novità nei vari settori. Gommoni grandi ed importanti, motori, tra l’altro già preannunciati con sempre più cavalli o tecnologie affinate per garantire sempre migliori risultati sotto il profilo prestazionale e di consumi, ed imbarcazioni al lancio in anteprima in questa vetrina internazionale. Pochi i fishing boat, ma non è più ormai una novità…… Le immagini sono sicuramente più esaustive di tanti ed ulteriori commenti.