Dopo anni di traina, l’esperienza ci ha portato a capire che gli sparidi, e in particolare i dentici, hanno un comportamento diverso secondo la zona dove andremo a insidiarli… Nutrimento, habitat ed orari fanno, se conosciuti, la differenza nelle catture.
• Maurizio Pastacaldi
Il nutrimento
L’esca giusta è sicuramente un elemento decisivo per il successo e quando cerchiamo dei grufolatori dobbiamo farla lavorare a stretto contatto del fondale. Il “TOP” è di sicuro il cefalopode: calamaro durante tutto l’arco dell’anno e seppia nel periodo inverno/primaverile. Ultimamente però, la costante presenza sulle poste di sparidi minori come tanute e pagelli mette spesso a repentaglio la loro incolumità e il nostro successo. Capita di faticare ore e ore nella ricerca del “vivo” pur di mettere nella vasca una mezza dozzina di calamari… E in poco tempo, di vederli tornare in superficie a brandelli dilaniati dalla super voracità di questi famelici disturbatori. Un piccolo escamotage per cercare di salvaguardare il nostro roseo calamaro è quello di collegare tramite uno spezzone di fluorocarbonio del 0,20 e un doppio cappio un piccolo brandello o la ranfia di cefalopode. Si raccomanda d’innescarlo senza amo a circa 10 cm dal ferrante del terminale… (L’amo sarebbe deleterio perché tenderebbe solo ad allamare e non di sorreggere..e se per caso si ferra un big dentice possiamo immaginarne la conseguenza). Tale trucchetto distanzia il “vivo” dalla famelica voracità dei disturbatori… La competizione alimentare dei piccoli che seguono e mordicchiano il brandello trainato porta spesso ad invogliare l’attacco dei dentici che stazionano nelle vicinanze.
In caso d’innesco della seppia siamo un attimo più tutelati in quanto oltre ad avere le carni più consistenti ed i tentacoli più corti ha un osso interno che se pur mordicchiato riesce in qualche modo a far aumentare i tempi d’integrità all’esca in acqua. Non essendo un’esca reperibile facilmente durante tutto l’arco dell’anno ha dei periodi d’utilizzo diversi. Il massimo si ha quando è in fase di riproduzione perché proprio in quel dato momento, oltre ad essere di dimensioni notevoli, emette dei particolari umori che fanno letteralmente impazzire i dentici. Anche in questo caso il “trucchetto salva vivo” è consigliato.
Può capitare che, data la forte presenza dei “disturbatori” (perché tanute e pagelli per degli incalliti trainisti come noi non sono certamente le prede ricercate), che il “trucchetto distanzia vivo” non basti… E per non buttare tempo e cefalopodi al vento bisogna drasticamente intervenire cambiando esca e semmai con i rimanenti ospiti della vasca farsi una bella pietanza.
Danni non si utilizzavano più sugarelli per la ricerca mirata dei dentici ma per nostro stupore ultimamente tale vivace pesciolino ci ha fatto veramente ricredere! La pazienza ha un limite, le tanute ci hanno fatto arrivare quasi all’esaurimento ed un giorno, per caso, pescando abbiamo catturato su un’artificiale da calamari un bel sughero di taglia… E perché non provare a calarlo in mare radente al fondo, al punto di non vedere più quel continuo tremolio della vetta della nostra canna… Nemmeno 5 minuti in traina ed un dentice di belle dimensioni si avventa sulla nostra esca inghiottendola senza darci nemmeno il tempo di ferrare… E come potete vedere dalla foto la riprova sono i 2 ami in bocca!! Le classiche esche; non si abbandonano mai…
Vi aspetto ai prossimi articoli