Ripartiamo dalla prima parte del servizio e ribadiamo alcuni dati sulla tipologia di gambo dei vari ami
• Mimmo Marfè
Due le tipologie principali a cui aggiungeremo le tipologie intermedie: gambo corto e gambo lungo. Generalmente, ma molto genericamente, quelli a gambo lungo si usano per l’innesco di esche a sviluppo verticale, il contrario per quello a gambo corto. Questo concetto è fondamentale per applicare la teoria all’azione di pesca.
Ancora come regola molto ma molto generica, quelli a gambo corto sono più adatti all’allamata più esterna mentre quelli a gambo lungo e leggeri sono più adatti all’ingoio.
Queste caratteristiche determinano poi l’utilizzo dell’amo che, specie per le tecniche di fondo e nelle pesche di attesa, come nel nostro caso, oltre alla dote di trattenuta dovrà abbinare doti di auto ferrata.
Tipologia | Ferrata | Trattenuta |
Punta dritta | X | |
Punta curva | X | |
Punta conica | X | X |
Gambo lungo | X | |
Gambo corto | X | |
Filo sottile | X | |
Filo grosso | X | |
Curva grande | X | |
Curva stretto | X |
LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI AMI (Relativi alla tipologia di pesca di questo servizio)
ABERDEEN: E’ un amo nato per l’innesco dei vermi, molto indicato per l’innesco dell’arenicola, del coreano, dell’americano e, in alcuni casi, anche del bibi.
E’ costruito con curva tonda ed un gambo molto lungo a profilo dritto. In molti casi si trova a filo sottile, ma in commercio esistono delle varianti con filo più robusto. Generalmente sono più utilizzati gli Aberdeen con attacco ad occhiello. Si tratta di un amo di origini britanniche molto utilizzato dai surf casters delle isole del regno. E’ arrivato nei nostri mari circa 30 anni fa, in diverse versioni e misure, ed è molto utilizzato anche nel surf cosiddetto leggero. E’ un amo dedicato principalmente all’ingoio profondo e all’innesco di bocconi a sviluppo lineare.
BEAK: Amo caratterizzato dalla punta discretamente diretta verso l’interno (a becco d’aquila). Questa punta eccelle in quanto offre pochissime possibilità alla preda di slamarsi. Ha il gambo corto ed il filo robusto o medio. Nella maggioranza dei casi sarà ad occhiello, ma esistono anche i beak con attacco a paletta.
Si usa con esche dure o voluminose, ma nella configurazione dei prodotti più recenti il filo meno grosso e l’occhiello di dimensioni molto ridotto ne consente l’utilizzo per quei pesci con palato duro ma che prediligono esche tipo l’arenicola. Di questi fanno parte anche i cosiddetti beak light. Si tratta del gruppo di ami più numeroso e la dizione beak light non è rispondente poi alle reali caratteristiche. Infatti solo alcuni di questi ami posseggono una punta rientrante (a becco d’aquila) in quanto ormai si tende a definirli così per identificare questo tipo di amo corto con curva abbastanza larga e con piccolo occhiello.
CRYSTAL: Amo a filo sottile, ideale per l’innesco di vermi di piccole dimensioni, ed usato nelle misure più piccole per la pesca light o la pesca a galla. E’ l’ideale per l’innesco di piccoli segmenti di arenicola o del coreano. Nella pesca più generica a fondo è probabilmente il più utilizzato.
E’ molto usato nella pesca leggera dalla spiaggia alla ricerca di mormore con bocconi di arenicole. Si caratterizza per una grande ecletticità-9, 10- al punto che le misure inferiori sono utilizzate nella bolognese per l’innesco del bigattino.
A questi gruppi potremmo aggiungere ancora gli ami round e gli ami dritti.
Nel gruppo definito round abbiamo raggruppato quegli ami abbastanza generici con curva ampia, molto sicuri sulla trattenuta. La loro forma li fa preferire per inneschi di esche più raccolte.
Gruppo dritti: si tratta di ami che si contraddistinguono per la presenza della paletta, gambo lungo e curva rotondeggiante. Ami molto generici che per il filo di sezione media riescono a funzionare anche quando necessitano di piccoli bocconi ben celati all’interno di ami abbastanza robusti (tra i più noti il 6315 della Gamakatsu).
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Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.